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Eroina e oppiacei

Categoria: Narcotici

L’oppio grezzo (fa parte della famiglia degli oppiacei), è il lattice essiccato che si estrae dalle capsule dei semi del Papaver somniferum o Papaver setigerum. I principali alcaloidi contenuti nel lattice sono morfina (circa 8 –14 %), narcotina o noscapina (2–8%), papaverina (0.7 –3%), e tebaina (0.2 –1 %). Le droghe più conosciute preparate a partire dall’oppio sono eroina e morfina.

L’eroina è una droga semisintetica che si prepara per doppia acetilazione della morfina (o della morfina contenuta nell’oppio). Venne sintetizzata per la prima volta nel 1874 e posta in commercio come forte analgesico. Nel 1924 (USA) e nel 1958 (Europa) venne tolta dal mercato farmaceutico per il suo potenziale tossicomanigeno.
La “qualità” dell’eroina venduta al mercato illecito varia enormemente, in particolare relativamente al grado di “purezza”, e generalmente la si ritrova in una composizione che varia dal 20 al 50%.

Il nome in assoluto più usato in Italia è “roba”. Altri nomi usati, spesso dipendenti dal grado di purezza o dal colore della polvere sono: “Brown sugar”, “sugar”, “China White”, etc.
Quando l’eroina viene associata ad altre sostanze può assumere nomi diversi, ad es. in associazione con cocaina è nota con il nome di “speedball”.

Modi d’uso

Intraparenterale: 50-250 mg sono disciolti in una soluzione acquosa di acido citrico o ascorbico ed iniettati endovena. Anche le iniezioni subcutanea e intramuscolare sono praticate.

Inalazione: Può essere eseguita o con sigarette trattate “eroinicamente” o tramite il riscaldamento della polvere di eroina su una superficie di metallo e la successiva inalazione dei fumi.
In tal caso l’eroina viene assunta attraverso le mucose nasali, utilizzando una cannuccia in carta o una superficie metallica. L’inalazione e lo sniffing generalmente richiedono maggiori quantità di sostanza.

Effetti fisiologici

Alterazioni nel ritmo e nel volume respiratorio; riduzione complessiva della funzione respiratoria; rallentamento psico-motorio e riduzione del coordinamento muscolare; rilassamento della muscolatura dello stomaco e dell’intestino; riduzioni dei secreti e dei processi digestivi; aumento della forza contrattile di ureteri e vescica; diminuzione dell’ovulazione e mancanza delle mestruazioni

Effetti psicologici

L’azione inibitoria sul sistema di regolazione delle endorfine, e dunque sul comportamento emotivo e motivazionale, spiega l’effetto di anestesia emotiva nel tossicodipendente sotto l’effetto della sostanza, di indifferenza verso il mondo, di distacco percettivo, di disinteresse affettivo.
Dopo un primo intenso momento di piacere, il cosiddetto flash, segue uno stato di appagamento, di rallentamento del pensiero, dei gesti e comportamenti sino alla sonnolenza.

Overdose

Consiste in un’assunzione eccessiva di oppiacei. L’eroina essendo un sedativo che agisce sui centri respiratori può comportare il coma con decesso per asfissia.
Sintomi principali dell’overdose: perdita di coscienza, pupille a spillo, colorito bluastro, respiro molto rallentato.
Il farmaco usato per bloccare l’overdose è il Narcan (naloxone) che spesso risolve rapidamente la situazione. Si consiglia comunque un ricovero di ventiquattr’ore di osservazione, in quanto il Narcan ha un tempo d’azione più breve dell’eroina, per cui finito l’effetto l’eroina ancora presente nell’organismo può provocare nuovamente overdose.

Malattie infettive

L’assunzione per via endovenosa se praticata con lo scambio di siringhe espone a malattie infettive quali: epatiti B e C, AIDS malattie delle valvole cardiache, setticemia.

Politossicomania

Negli ultimi anni è divenuto chiaro come la dipendenza da una singola sostanza tende ad essere l’eccezione piuttosto che la norma e che la dipendenza multipla (politossicomania) è ora la regola.
L’abuso della sostanza principale, eroina, è accompagnato dall’abuso di vari agenti psicotropici, quali benzodiazepine ad esempio. Anche l’uso immoderato di alcol gioca un ruolo importante in molte occasioni.
Le intossicazioni derivanti da tali miscele sono molto spesso la causa del misero stato dei tossicodipendenti e una spiegazione al continuo aumento delle morti droga correlate.

Il meccanismo d’azione degli oppiacei

L’organismo umano è capace di produrre autonomamente delle sostanze oppioidi endogene dette endorfine, sostanze chimicamente simili ai derivati dell’oppio che hanno effetti inibenti e depressori sul Sistema Nervoso Centrale.

La morfina e l’eroina agiscono sul SNC con meccanismi molto simili a quelli delle endorfine, producendo effetti fisiologici qualitativamente simili ma molto più potenti.

Nello specifico, gli oppiacei rimuovono il freno inibitore esercitato dal GABA (Acido gamma-ammino-butirrico, un neurotrasmettitore con effetti inibitori sull’attività elettrica delle cellule nervose) sul neurone dopaminergico; il neurone quindi si attiva più del normale e rilascia una maggiore quantità di dopamina, che si accumula nella sinapsi.

Relazione dose-risposta

Diversamente dall’alcol o da molti agenti medicinali non vi è una semplice relazione dose-risposta, ma gli effetti dipendono da un’ampia varietà di fattori quali il livello di “abitudine” dell’individuo assuntore.

Tolleranza

L’uso di oppiacei conduce rapidamente al meccanismo della tolleranza, ovvero l’organismo si abitua alla presenza di tali sostanze e gli effetti fisiologici e psicologici dati dalla sostanza diminuiscono a parità di dose. L’individuo è quindi costretto ad assumere dosi sempre più elevate di droga per ottenere gli effetti desiderati e per non andare incontro all’insorgere della sindrome di astinenza.

Dipendenza

La tolleranza conduce quindi alla dipendenza fisica e psicologica alla sostanza. Con il termine craving si intende la componente psicologica della dipendenza, il desiderio impellente di assumere la sostanza.

Sindrome di astinenza

È estremamente spiacevole ma raramente mette in pericolo la vita. I sintomi così spiacevoli e la possibilità di evitarli sono un importante fattore nel continuare la dipendenza.
Si manifesta in seguito alla mancata assunzione di oppiacei dopo un’assuefazione anche di poche settimane. Compare dopo 8-16 ore dall’ultima assunzione di eroina e va progressivamente intensificandosi nei primi 2-4 giorni per poi attenuarsi e scomparire nel giro di 5-8 giorni.
Segni di astinenza sono: pupille dilatate, naso che gocciola, ansia e irritabilità, sbadigli, irrequietezza, mancanza d’appetito, sudorazione intensa, insonnia, lacrimazione, palpitazioni, tremori muscolari, nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, pelle d’oca, crampi muscolari.

Dose letale

La dose letale minima di eroina è di 200 mg, sebbene in presenza di tolleranza può arrivare a dosaggi parecchie volte superiori.
In assenza di tolleranze dosi tossiche sono 30 mg (endovena) o 40-100 mg (via orale).


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