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Questa è la mia lotta

Da Colleen Marlett
Ciao a tutti e grazie per avermi dato l’opportunità di essere qui e di fare questo discorso oggi. Sono onorata di far sentire la mia storia e contenta di essere portavoce di tantissimi genitori che in tutto il mondo devono combattere il problema della droga con i loro figli. La dipendenza da droghe è un problema che coinvolge tutta la famiglia. Mia figlia di 23 anni, Cydney, è tossicodipendente, ma la sua decisione di cominciare a fare uso di droghe, per poi diventarne dipendente con tutto ciò che ne consegue, non ha inciso soltanto su di lei… Ha mandato in pezzi l’intera famiglia. Ha lacerato il cuore della nostra piccola comunità. Mio marito ed io siamo quelli che stanno a letto senza dormire la notte, aspettando che il telefono suoni e allo stesso tempo sperando che non arrivi la notizia peggiore di tutte: lei è morta. E’ mio figlio quello che non ha più una sorella maggiore. Lei non vive più a casa con noi, per cui dobbiamo vivere con un pezzo della nostra famiglia scomparso. Mia figlia è caduta in questo vortice a circa 17 anni, iniziando a bere e a fare uso di marijuana. E’ stata scoperta, noi siamo diventati più severi e lei ha deciso che non sarebbe più successo. Non che avrebbe smesso di far festa, ma che noi non l’avremmo mai più scoperta. Da quel momento, siamo stati davvero in difficoltà, cercando di inseguire lei che andava contro corrente, senza alcuna speranza di riuscire a salvarla in tempo. Si è diplomata alla scuola superiore e ha cominciato il Junior college. Aveva anche un bell’impiego part-time. All’età di 18 anni, ha comprato una carta per la marijuana medica da un dottore per 100 dollari. A 19 anni aveva già lasciato la scuola e perso anche il terzo lavoro. Il suo uso di droghe era diventato fuori controllo, era passata alle pasticche, agli allucinogeni, e infine anche metanfetamine ed eroina, continuando inoltre a usare marijuana. Una psicosi indotta dalla droga è qualcosa che nessun genitore è preparato ad affrontare. Non posso nemmeno esprimere a parole quanto sia doloroso sentire tua figlia urlare e piangere perchè pensa che ci sia un assassino nascosto nel tuo giardino, pronto a uccidere tutta la famiglia. Questo, che spesso finiva con la polizia di fronte alla nostra porta di casa e lei scortata via nel pieno della notte. Ancora in preda alle allucinazioni e spaventata a morte. L’uso di droghe nel nostro stato non è punibile.

Era diventata un prodotto della strada. Una volta Cydney si è svegliata con pistole puntate alla testa, era stata violentata e sfruttata e solo Dio sa a che punto fosse arrivata, per poter avere la droga di cui aveva bisogno. Io non voglio saperlo. Ma, per un momento, mettetevi nei miei panni. Tornate indietro al momento in cui avete scoperto di aspettare il vostro primo figlio. Ricordatevi la felicità provata quando è nato. Pensate a tutte le cose che avete sperato e sognato per vostro figlio mentre lo tenevate tra le vostre braccia, guardandolo dormire. Poi pensate alla prima volta in cui avete avuto quella fitta nello stomaco dopo aver realizzato tutte le cose orribili che sarebbero potute accadere a vostro figlio. Come li avreste tenuti al sicuro da quelle terribili situazioni? E ora tornate ad essere me, con una figlia maggiorenne, senza un aiuto, senza protezione, e allora realizzate che tutte le speranze e i sogni sono svaniti, e ogni cosa terribile che temevi accadesse a tuo figlio, è accaduta. Cosa fareste voi? Da parte mia, ho dovuto superare lo stigma e la vergogna di aver cresciuto una tossicodipendente. Ho cominciato a parlare con la gente e a chiamarla pubblicamente tossicodipendente, a testa alta. Lei potrà anche essere una tossicodipendente, ma la dipendenza non è una scelta. Non è ciò che è lei, è soltanto dov’è in questo momento. La gente comincia a fare uso di droga per diversi motivi. Non tutti ne diventano dipendenti, ma con la disponibilità di droghe davvero poco costose e facili da trovare per strada, il numero di tossicodipendenti sta aumentando, e così il bilancio delle vittime. E’ inaccettabile. Molti di questi tossicodipendenti non vogliono morire, ma hanno ancora più paura di vivere. Come genitori siamo impotenti di fare qualsiasi cosa. Quello che offriamo per la riabilitazione e il recupero è completamente inadeguato rispetto alle sfide che devono affrontare per disintossicarsi e rimanere puliti. Secondo uno studio di drugfree.org del 2010, “L’uso di droga sta aumentando in questo paese e 23.5 milioni di Americani sono dipendenti da alcool e/o droghe. Questo significa approssimativamente uno su 10 americani sopra ai 18 anni, numero che corrisponde circa all’intera popolazione del Texas. Ma soltanto l’11% di loro riceve una terapia di recupero.” Le nuove statistiche del 2015 dicono che 40 milioni di Americani dai 12 anni in poi soddisfano i criteri di dipendenza e si stima che 80 milioni di persone siano “a rischio di diventare consumatori di sostanze”.

Parliamo ora delle opzioni per la terapia di recupero. Riabilitazione residenziale, soltanto diurna, e case in cui vivere sobri sono un’industria in grande espansione, che costa all’individuo, e/o alle compagnie assicurative, e/o allo stato centinaia, e alcune persino migliaia di dollari al giorno. Una persona dipendente da Metanfetamine che ha un’assicurazione, è alla mercè del consiglio di assicurazione sanitaria, che decide per quanto tempo il consumatore ha bisogno della terapia. Siccome la metanfetamina non è una droga che dà dipendenza “fisica”, di solito permettono un trattamento di una settimana soltanto. Per quanto riguarda l’eroina e gli oppiacei, la terapia può essere prolungata un po’ di più. Senza assicurazione, e/o soldi o programmi sponsorizzati dal governo, sicuramente non è garantito un supporto residenziale. E comunque, anche se riescono ad ottenere una terapia lunga, tutti quelli che finiscono il programma di recupero devono fare i conti con la stessa domanda; E adesso? Infatti, cosa succede dopo? Non hanno ottenuto nulla in quel posto in 15 o 30 giorni, come possono comportarti queste persone dopo essere state disintossicate e gettate in un programma di 12 passi? Una persona dipendente da metanfetamina, eroina, oppiacei o alcool ha indubbiamente problemi a rimanere al passo con qualsiasi programma e un paio di settimane, un mese, o anche un anno sobri, per poi tornare nel mondo reale, difficilmente possono riuscire a fermare questa cosa. Questi tossicodipendenti sono emarginati. La maggior parte non hanno una casa. Le cliniche di recupero costano molti soldi. Le compagnie assicurative non pagano e le liste di attesa sono davvero ridicole. Queste persone escono dal programma di riabilitazione senza un lavoro, senza soldi e senza nemmeno un posto in cui vivere, hanno quindi ancora bisogno di un lavoro, soldi e un posto per vivere prima di cominciare a pensare a rimanere sobri. Molti hanno precedenti penali per crimini legati alla droga. Per questo non riescono ad ottenere un lavoro, altri non hanno nemmeno abilità nel campo del lavoro. La libertà vigilata è soltanto un ulteriore peso attorno al loro collo. Non hanno vissuto la realtà della società nè sono stati utili ad essa per anni. Essere chiusi in una casa di cura come succede oggi non metterà in ordine la confusione di cui hanno riempito la propria vita. A dire il vero, è invece proprio un pericolo per qualsiasi persona dipendente da sostanze: terminare la terapia inesperti, esposti a tutto e con gente attorno che si aspetta che tu ce la faccia. Non è stato insegnato loro nulla durante il periodo di riabilitazione, se non a lavorare in un programma che non è poi alimentato nel mondo esterno. Sono dunque totalmente senza speranza. Possiamo fare di meglio.

Dovremmo già fare qualcosa di meglio. Stiamo letteralmente perdendo un’intera generazione per la dipendenza dalle droghe. Questo deve pur significare qualcosa. Dobbiamo avere la volontà di investire su queste persone. Per renderle di nuovo parte di qualcosa, complete. Possiamo aiutare queste persone a fare di sè stessi membri della società felici, sani e produttivi. Dare loro una ragione per chiedere aiuto. Fare un programma che dimostri loro che c’è una via di uscita. Fare loro sapere che non saranno dati in pasto ai lupi in balia di se stessi per 30 giorni, di nuovo sulle strade da cui sono venuti. Fare sapere a tutti i tossicodipendenti che il programma è per tutti, senza restrizioni di soldi o assicurazione. Si, ancora c’è molto lavoro da fare per soddisfare tutto questo, ma il programma che sta funzionando in Italia è la traccia che dobbiamo seguire. In Italia c’è una comunità chiamata San Patrignano che sta avendo successo nella riabilitazione dei tossicodipendenti. La loro filosofia è semplice; “rispetto per la vita, per se stessi, per gli altri, e per l’ambiente che ci circonda”. Ecco un estratto dal sito web di San Patrignano: “Per oltre trent’anni, San Patrignano ha accolto giovani uomini e donne con seri problemi legati alla tossicodipendenza, completamente gratis e senza chiedere nessun contributo dalle famiglie o allo Stato. La comunità ospita attualmente circa 1300 tra uomini e donne. Dal 1978, San Patrignano ha ospitato più di 25000 persone, offrendo loro una casa, assistenza medica e legale e l’opportunità di studiare e imparare un lavoro e attraverso quello cambiare la loro vita e ritornare ad essere membri della società pienamente degni di rispetto. Alcune persone a San Patrignano stanno seguendo un programma di riabilitazione come alternativa alla prigione. Negli ultimi 25 anni, la comunità ha sostituito oltre 3600 anni di pena detentiva con programmi di riabilitazione, mirando al pieno recupero e reinserimento nella società e nel mondo del lavoro. Sulla base di una ricerca sociologica e tossicologica condotta dalle Università di Bologna, Urbino e Pavia su un campione di ex residenti, la percenuale di persone che si recupera totalmente dopo il programma di riabilitazione è di oltre il 72%. Comparato al 10% del tasso di recupero negli Stati Uniti. Tre settimane fa, mia figlia ha avuto un colloquio via skype per essere ammessa a San Patrignano. Ora stiamo provvedendo ai suoi documenti e ai biglietti per andare. E’ stata la prima volta in cui ho visto la luce della speranza nei suoi occhi. Lei è appena ad un filo, ma sta rimanendo appesa perchè ora vede che ci potrebbe essere un futuro anche per lei, dopo tutto. Stiamo vivendo tempi diversi. Queste non sono le droghe degli anni 70, 80 e 90 e di quelle culture, e pensandoci il loro uso è cambiato drammaticamente. San Patrignano è esattamente ciò che gli Stati Uniti e il mondo dovrebbero seguire come modello, se si vuole davvero risolvere questo problema della riabilitazione e recupero.

Che sia sponsorizzato dal governo o meno, questa è la risposta. Può essere fatto e il mondo ha abbastanza risorse per far sì che questo avvenga. Abbiamo bisogno di un cambio della legge riguardo ai tossicodipendenti, abbiamo bisogno di più possibilità di fare programmi che funzionino e soprattutto, non dobbiamo decisamente permettere la legalizzazione della droga. Questo è un disastro che sta per accadere.
Dobbiamo investire per cambiare il modo di agire e nella prevenzione. “Revolving door” e “Frequent flyer” sono termini che dovrebbero essere eliminati dal vocabolario quando si parla dei nostri figli e della loro riabilitazione. Io credo in questo concetto. Io credo che tutto sia possibile e credo anche se se qualcosa non viene fatto, qualcosa non potrà mai cambiare, e non avremo perso una generazione di giovani della nostra età. Ve lo dico come madre di una tossicodipendente, ma anche come portavoce di tutti quei genitori che stanno soffrendo come sto soffrendo io. Per tutti i genitori che hanno già perso i propri figli e per tutti quelli che, là fuori, potrebbero affrontare questa stessa sfida un giorno. Il dolore lasciato indietro, le lacrime versate, il cuore che si spezza. Io non augurerei tutto questo nemmeno al mio peggior nemico, ma potrebe succedere a tutti, quando meno lo si aspetta. La dipendenza non fa distinzioni e attraversa tutti i confini. Non voglio semplicemente che Cydney sia sobria, voglio per lei tutto quello che abbiamo sempre sperato e so che anche lei lo vuole. Lei se lo merita. Tutti se lo meritano. Grazie.

thisiswhyifight.wordpress.com


27 Luglio 2016
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