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Lo sport che salva la vita

“Mi dicevano tutti che non potevo. Vedessero dove sono ora!” racconta Stefano Gregoretti, ultrarunner di Riccione, al WeFree Days oggi 8 ottobre, nella comunità San Patrignano. Approva Giacobbe Fragomeni, pugile campione del mondo 2008 della categoria Pesi Massimi Leggeri, al suo fianco al forum “Passo dopo passo”, dove hanno raccontato la loro esperienza di vita.
Due storie di riscatto, di due persone partite dal basso, che superando problemi fisici e sociali sono arrivati a riscattarsi e a realizzare i loro sogni.

La boxe mi ha salvato la vita

Per Giacobbe Fragomeni il pugilato è stato un’ancora di salvezza. “Quando ero giovane ero un tossico – si racconta Fragomeni – Ero sempre fatto, ma d’altronde, con un passato così non poteva andare diversamente. Mia sorella si drogava, mio padre giocava d’azzardo e quando tornava a casa la sera, dopo aver perso, picchiava tutti. Spesso rimanevamo anche senza mangiare, così lui mi portava a chiedere l’elemosina”.

Dopo la morte della sorella nasce in lui la voglia di riscatto. Si allontana dal giro della droga e inizia a frequentare una palestra, dove si avvicina al mondo della boxe.
“Il pugilato non è uno sfogo alla violenza, è uno sport che ti disciplina – continua Fragomeni – Io l’ho voluto fino in fondo e alla fine ho trovato la mia strada. Nel ’90 avevo a che fare con le sostanze, nel ’92 ero in nazionale. La boxe mi ha salvato la vita”. Conclude così Fragomeni, raccontando storie già presenti nel suo libro, “Fino all’ultimo round”.

Gli studenti presenti alla manifestazione ascoltano rapiti e continuano a farlo quando al fianco di Giacobbe sale sul palco Stefano Gregoretti.

“L’uomo è l’animale più resistente al mondo”

L’esordio di Stefano lascia tutti senza parole. Gregoretti come ultrarunner è abituato a corse nel deserto, nel canyon, coprendo distanze anche di 275 km e afferma di allenarsi correndo mediamente 40 km al giorno. “Una volta sono arrivato al traguardo e gli organizzatori non avevano ancora montato lo stand, con lo striscione. Ho dovuto chiedere: sapete dov’è l’arrivo?”.
Gregoretti ha riportato la sua esperienza di vita, spiegando come lo sport l’abbia aiutato a superare il problema di scoliosi. Il suo non seguire la maggioranza l’ha avvicinato al mondo dello sport, portandolo a fare cose fuori dal comune, come correre 1000 km in 20 giorni, in media 50 al giorno, partendo dalle coste dell’Atlantico fino a lambire quelle del Pacifico, o come la corsa sull’Isola di Baffin, 150 km in 47 ore su un ghiacciaio, trainando una slitta di 40 kg, a 51° gradi sotto lo zero.

“L’importante è non pensare alle difficoltà – continua Stefano – Ma concentrarsi su ciò che ti fa bene e sul presente. Quando alzo gli occhi e guardo un ghiacciaio o il deserto, penso: questo è il posto dove vorrei stare ora”.
Stefano ci racconta anche del progetto impossible2possible, con il quale gratuitamente inizia molti ragazzi al mondo dell’ultrarunning. “Portiamo ragazzi come voi a fare le cose che facciamo noi, magari correndo una settimana nel deserto, cercando con questo “pretesto” di insegnargli il valore della costanza”.

Giacobbe Fragomeni al WeFree Days 2015 – Video

Stefano Gregoretti al WeFree Days 2015 – Video


8 Ottobre 2015
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