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A Biella muore una bambina per overdose metadone

“Nel nostro Paese, puoi morire di overdose anche se sei un bambino di due anni. Muori, perché bevi il metadone che danno a tua madre o a tuo padre per curare (?) la loro tossicodipendenza. Ti lasciano solo in casa o dormono “strafatti” sul divano e trovi un flacone su un comodino. Lo apri e, magari, ripeti il gesto che gli hai visto fare mille volte. Li imiti, come ogni bimbo fa sempre con i suoi genitori e lo bevi.

In questo modo, assurdo e incomprensibile, in Italia muoiono tre o quattro bambini ogni anno. Eppure, sarebbe semplicissimo evitarlo. Basterebbe modificare i criteri con cui il metadone, un oppiaceo di sintesi i cui effetti sono in tutto e per tutto identici a quelli dell’eroina, è affidato dai Sert ai tossicodipendenti. Oggi si possono portare a casa quantità sufficienti per un mese intero, Calcolando una dose di quelle “basse”, 100mg al giorno, sono decine di flaconi messi per trenta giorni in mano a persone che, spesso, non sono in grado di badare a se stessi e tanto meno a famigliari e figli.

E non è una faccenda limitata. Su 178mila utenti dei Sert 83.481 sono sottoposti a terapie “farmacologiche”: cioè s’imbottiscono di metadone. Molti di loro lo fanno a domicilio. Senza neanche lo straccio di un controllo, di un sostegno psicologico o di una verifica su come e quando lo assumono. Dati che, fuori da ogni ideologia, mostrano il fallimento delle strategie di riduzione del danno. Politiche che in Italia e in Europa non hanno condotto nessuno a una vita libera della droga. Anzi, hanno innescato un grande mercato della cronicizzazione farmacologica e psichiatrica, con milioni di dosi di metadone e altri farmaci vendute ogni giorno.

Ma nonostante questa evidente realtà e nonostante le nostre richieste di cambiamento, sia con il governo precedente sia con l’attuale, a oggi nessuno è intervenuto per risolvere il problema dell’affido di questa sostanza ai tossicodipendenti. Basterebbero tre righe di decreto per risolvere il problema. Non consegnare metadone a chi ha figli o famiglia, ridurre i tempi di affido a pochi giorni, accompagnati da controlli e verifiche. Tutte cose che non costano nulla e cui nessuno può dirsi contrario. Usando, per una volta, i termini del politichese, salvare un bambino “non è di destra, né di sinistra”. Si deve fare “senza se e senza ma”. Subito.”


13 Luglio 2009
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