Potrebbe essere questo il motto dei consumatori abituali di cannabis, i quali, nonostante i vari avvertimenti sui danni derivanti dall’uso di hashish e mariijuana che arrivano costantemente dal mondo scientifico, continuano imperterriti a difendere il diritto alla ‘canna’ libera, appellandosi all’aggettivo qualificativo femminile plurale ‘leggere’, che viene affiancato a tali sostanze. E infatti, dal rapporto annuale dell’Organismo internazionale di controllo degli stupefacenti delle Nazioni Unite, arriva la notizia che il consumo non diminuisce, anzi. E noi italiani siamo i detentori del primato.
Così come la cannabis è la droga più utilizzata al mondo e l’Europa ne è la maggiore consumatrice, l’Italia, sbaraglia tutti i concorrenti e si piazza al primo posto con le percentuali di consumo più alte. E il fenomeno non riguarda solo giovani e giovanissimi, come si potrebbe erroneamente ipotizzare, ma tutta la popolazione in generale.
Sempre dal rapporto dell’Onu risulta infatti che l’11% degli italiani consuma cannabinoidi regolarmente. Uno sguardo al mondo giovanile indica non solo discoteche, rave, parchi o concerti come principali luoghi di spaccio e consumo, ma anche università e licei. Bastano dai 10 ai 20 euro per accedere ad una sostanziosa quantità di spinelli e così la proporzione di ragazzi che usano e smerciano la droga tra i corridoi delle scuole è infatti 4 su 10.
Da Bruxelles arriva la ricetta da impiegare per combattere questa tendenza e la parola d’ordine è: prevenzione. “Servono campagne di prevenzione mirate che mostrino gli effetti devastanti delle droghe, compresa la cannabis, molto dannosa per i polmoni e foriera di gravi disagi sociali”, esprime Raymond Yans, uno dei membri dell’organizzazione sottolineando come sia importante “rivolgere la prevenzione ai giovani e ai gruppi sociali più deboli”.