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Chi lotta può perdere chi non lotta ha già perso

Tutto intorno è buio, hai solo un accendino per farti luce, ma non è sufficiente ad illuminare la tua strada, non sai dove andare perché non sai dove sei. Sei solo, fa freddo, c’è silenzio. È un silenzio pieno quello che ti avvolge, talmente denso che alle tue orecchie risulta più forte di qualsiasi rumore, sembra quasi un grido che squarcia quella finta tranquillità intorno a te. Non sai che fare, hai paura, cominci a correre, non ti guardi indietro perché non vuoi vedere cosa c’è, ma non guardi neanche avanti poiché tremi al pensiero di quel buio senza orizzonte. Corri, scappi, ma non sai da cosa, da chi e perché. Perché corri? Ti fermi e crolli, cadi a terra dallo sfinimento e cominci a disperarti, pensi che tutto sia finito, credi che nulla abbia più un senso, ti rannicchi su te stesso. Piangi, ti disperi, ti arrabbi. Ti rialzi in piedi in preda all’ ira e prendi a calci e pugni il tuo silenzio, cerchi di offenderlo, di ferirlo, ma il più forte è lui. E ricadi. Lanci il tuo accendino.. a che ti serve se non ti illumina neanche la strada?

Questa volta però non piangi. Rimani li, vuoto. Sdraiato a terra sembri una statua. Immobile con lo sguardo spento fisso in un punto. Sembri morto. Il gelo ti entra dentro e tu ti senti smarrito, stai li per un lasso di tempo non definito. Nell’ immobilità di ciò che ti circonda senti un soffio di vento che ti accarezza il volto, è talmente leggero e delicato che pensi quasi di essertelo immaginato. Cos’ è? Stai diventando pazzo? Lo pensi eccome, ma la tua curiosità è troppo forte e finalmente alzi la testa. Ti senti intorpidito, come se ti stessi svegliando da un eterno sonno. Ti sembra non sia cambiato niente dall’ ultima volta che hai visto il buio. Ti guardi intorno velocemente pronto a ritornare di marmo, ma nel momento in cui giri lo sguardo vedi una luce piccolissima, talmente minuscola da credere sia uno scherzo della vista. Distogli lo sguardo, ma dopo un po’ ritorni a cercare la luce, che è al posto di prima. Fai questo “giochetto” un sacco di volte… non ci credi.

Ogni volta che ritrovi quel piccolo bagliore cresce in te un sentimento che non sentivi da tanto tempo e non ti ricordi neanche come si chiama. Milioni sono i pensieri che ti affiorano nella testa e centinaia sono le emozioni che il tuo cuore percepisce. D’ istinto ti verrebbe da ributtarti a terra, ma il tuo cuore sta urlando al silenzio di piombo, rendendolo un po’ meno denso e sta facendo diventare un po’ meno nero il buio che ti circonda. Te ne accorgi e rimani sbalordito. Ti stai ascoltando dentro. Che ti dice il cuore? Ti dice di correre? E allora corri! Ma tu sai che non stai correndo per scappare, hai una meta. Il tuo gelo si scioglie grazie al calore delle tue emozioni e una piccola fiamma cresce dentro di te. Fallo diventare un grande fuoco ti dice la tua anima. Per una volta nella tua vita scegli di seguirla, senza ascoltare l’ipocrisia che c’ è in te. Vivi l’ attimo, sfugge, ho scritto questa parola ed è già passato. Stai correndo verso la luce, che diventa sempre più intensa e più forte man mano che t’ avvicini. Pian piano s’ illumina il paesaggio intorno a te, è tutto un po’ sfocato. Ti senti un po’ spaesato e per guardarti intorno ti rifermi. L’ anima, che ti guida, ti dice “ vai avanti e non guardarti indietro. Davanti a te t’aspetta la cosa più grande che tu possa immaginare ed è l’ unica che ti può salvare”. La tua testa, diffidente, risponde “sono solo fesserie, cosa ci sarà mai.. nulla ormai può salvarmi, mi sono perduto nel mio stesso vuoto”. Questa volta però non cadi, non piangi, non ti disperi… ti guardi intorno continuando a cercare quel lontano bagliore, lo chiami, lo vuoi ed ecco… ora capisci.

Non puoi più perdere tempo, anche se il buio intorno a te è fitto, la tua mente e il tuo corpo sono pieni di emozioni calde che non puoi più ignorarle. Una sola cosa devi fare. Ricominciare a correre. E lo fai più forte di prima, non ti fermi neanche più a guardarti intorno, davanti a te vedi solo la luce. Le gambe sono stanche , ma non presti ascolto alla fatica, anzi, imponi loro di correre ancora più forte tanto è il desiderio di arrivare. Sei quasi arrivato, non mollare, non mollare, te lo ripeti costantemente. Corri un altro po’… e ti rendi conto di essere dentro la luce, rallenti e finalmente ti guardi intorno. È un paesaggio strano, durante il viaggio te l’ eri immaginato diversamente. Ci sono alberi, frutti, erba soffice e verde, sembra quasi un paradiso terrestre. Ti ristori, ti rinfreschi. Su una collinetta vedi una piccola casa bianca con le porte blu. Hai voglia di riposarti e raccogli le tue ultime forze per arrivarci. Quando arrivi la serenità ti pervade. Apri la porta, e cominci ad esplorare quella casa. È fresca, soleggiata, accomodante ma t’ aspettavi di trovare un letto, una piccola cucina, invece, ogni stanza che visiti è spoglia, tranne l’ ultima, dove vi è un tavolo e una sedia con sopra una lettera e uno specchio. Ti siedi e apri la lettera:
“L’ unica cosa che ti può salvare è la speranza. È lei che t’ ha portato fino a qui, ma ricorda: la speranza non è altro che il motore della tua lotta. Guardati allo specchio. Le rughe della tua sofferenza sono dipinti indelebili sulla tua pelle che servono a ricordarti, nei momenti difficili, non solo quanto hai lottato per ritrovare la speranza… ma te stesso. Questa casa non è un punto d’ arrivo, ma un punto di partenza e questo è il motivo per cui ogni stanza è vuota. Se ti stanchi di lottare con speranza la tua casa rimarrà sempre vuota come il tuo cuore e la tua anima per sempre lo rimpiangerà”.


13 Novembre 2011
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