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Destinazione: domani

Il mio cuore è freddo, batte solo perché il corpo glielo richiede ma non c’è niente che lo faccia stare bene.
Non so perché ma non mi importa più niente della mia persona e di chi mi sta vicino e dunque è l’inizio della mia fine.
Estate 2005, di solito una stagione allegra, calorosa e piena di luce. Invece no, le mie luci si sono spente tutte. Insieme alla mia famiglia riesco a chiudermi in casa ed iniziare un percorso che anticipa il mio ingresso in comunità.

Ecco, ci siamo.
Mia madre apre la porta della mia camera e mi dice: Ale venerdì entri a San Patrignano. Mi crolla il mondo addosso, io in comunità non è possibile, non ci voglio andare ma ormai ho promesso ai miei che ci sarei andato. Vabbè, tanto ci starò pochi mesi e poi ritornerò a fare i miei comodi.
Il 7 Ottobre 2005 alle ore 9 arrivo a Sanpa e l’angoscia non mi fa riuscire neanche a parlare, non mi fa salutare i miei e non mi fa capire niente.
Arrivano due ragazzi e mi accompagnano in sala da pranzo.
Ormai ci sono, sono entrato in comunità.

I mesi successivi sono un vero e proprio incubo, non mi fido di nessuno, non ho voglia di parlare con nessuno e non voglio stare qui.
Tante persone che ti parlano, tante persone che ti chiedono come stai, tante persone che ti mettono davanti la realtà, e tu che ti chiedi: ma questi cosa vogliono da me ??
Non trovo un senso a ciò che faccio, o meglio non lo voglio trovare.
Poi però piano piano le cose iniziano a cambiare.

Vengo trasferito nell’ufficio della falegnameria e di lì inizia un periodo diverso.
Faccio un incontro speciale, un incontro che mi aprirà tante porte nella mia mente.
Il mio rapporto con Marco, uno dei miei responsabili, si presenta subito speciale e in lui vedo una persona che mi può insegnare tanto.
E così è stato.

Da lui ho imparato come si vive un rapporto di amicizia, come si fa ad essere veramente un vero uomo con tutte le fatiche che comporta.
Ecco che allora il mio modo di vedere Sanpatrignano cambia notevolmente.
Ora trovo degli amici, delle persone di cui mi fido e con cui sto crescendo.
Si perché sento che sto crescendo, anche se questo mi fa un po’ paura.
Arrivano le prime soddisfazioni, le prime responsabilità e poi arriva il giorno in cui rivedo la mia famiglia.
Il ricordo era di quando li avevo lasciati al mio ingresso distrutti e in lacrime.
Dopo un anno che non ci vediamo, li rivedo pieni di gioia e di speranza, e tutti gli sforzi fatti fino a quel momento sono stati ripagati.
E’ una sensazione strana, non avevo mai vissuto così la mia famiglia e non mi ricordavo che fosse così importante per me.
E quindi mi dico: dai Ale, che questi sono solo i primi frutti del tuo cammino.

Infatti, le emozioni che poi ho provato sono indescrivibili, sono momenti che hanno segnato il cuore e che mi accompagneranno per sempre.
Poi inizia una nuova avventura: We Free, il progetto di prevenzione.
Pensate, io che non ci trovavo niente per me stesso, adesso porto la mia testimonianza per dare una mano agli altri. Ho trovato delle persone fantastiche che mi hanno aiutato e sostenuto in questa esperienza, ma che soprattutto mi hanno fatto capire che anche io valgo qualcosa.
Oggi è arrivato il momento di guardare a domani.
Sabato infatti sarà un grande giorno: rientrerò a casa definitivamente.
Mi piacerebbe riuscire ad esprimere in queste poche righe quello che ho provato io in questi anni, ma capisco che è praticamente impossibile.
Oggi il mio cuore non è più freddo, oggi il mio cuore è pieno di quelle emozioni che in questi anni ho imparato a vivere, oggi il mio cuore ricorda bene chi ero ieri e sa perfettamente chi voglio essere d’ora in avanti. Ma soprattutto oggi il mio cuore ha una nuova destinazione chiamata domani.

dal blog di Ale


1 Marzo 2010
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