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Dove si coltiva il domani

È l’orto giardino della Comunità. Circondato dalla quiete della campagna nell’entroterra riminese, dove il panorama offre a perdita d’occhio campi, frutteti e case coloniche

Si trova a un paio di chilometri dalla Comunità il settore delle Coltivazioni di San Patrignano, un microcosmo di sette ettari che conta circa settanta tra ragazze e ragazzi che ogni giorno si dividono i tanti compiti richiesti dalla cura di ortaggi, fiori e piante. Una piccola comunità satellite che ha fatto di un podere pianeggiante una realtà agricola di tutto rispetto, capace di rifornire più canali, dalla grande distribuzione ai privati, senza dimenticare la dispensa della Comunità.

Pino D’Acquisto, responsabile delle Coltivazioni, è orgoglioso della professionalità con cui i ragazzi portano avanti i tanti impegni quotidiani. «Inizialmente il fatto di essere fuori dal perimetro di San Patrignano rappresentava un timore. Poi però, attraversando insieme le difficoltà, stringendo i denti di fronte alle sfide, abbiamo creato un ambiente sereno, tranquillo, dove ognuno si sente parte del tutto come è nello spirito di San Patrignano». I ragazzi destinati a questo settore si dedicano alle varie attività, talvolta anche faticose, con entusiasmo. I grandi spazi all’aria aperta aiutano il lavoro di squadra, il far nascere cibo che altri apprezzeranno è fonte di gratificazione. Impegnativa ma sana, la pratica dell’agricoltura conduce i ragazzi verso la fratellanza, insegnando loro che una buona semina seguita a cure in un ambiente propizio, porta a raccogliere buoni frutti.

«Portiamo avanti un progetto in piena sintonia con la natura – sottolinea Pino – le colture così come i fiori crescono grazie a trattamenti specifici che ne proteggono il raccolto; il nostro agroecosistema si rifà ai principi della lotta integrata che prevede mezzi a minor impatto ambientale invece di fitofarmaci per garantire maggior salubrità ai prodotti».

Fragole, zucchine, pomodori, erbe aromatiche, cavoli, meloni, fagiolini, finocchi, sedano: l’orto di San
Patrignano predilige prodotti che per tradizione si prestano meglio alle caratteristiche del terreno. Buona parte
della produzione viene commercializzata nella grande distribuzione, Conad e Iper la grande I, «L’obiettivo è quello di entrare in piattaforma – aggiunge Pino – in modo da consolidare i canali della grande distribuzione organizzata».

La parte più piccola viene venduta localmente, a chi ricerca ortaggi e frutta a chilometro zero, oppure è impiegata per la dispensa della Comunità da cui si ricavano i pranzi per i 1300 ragazzi presenti. Nelle grandi serre crescono e fioriscono le piante in vaso. Bulbi, semi, fiori da bordura si alternano in isole colorate a perdita d’occhio. Le ragazze si dilettano spesso e volentieri nell’arte della composizione ricercando l’armonia delle forme e dei colori.  «Partecipiamo spesso a manifestazioni dedicate alla vivaistica in primavera e in autunno, sia in Romagna sia in altre regioni come Umbria, Lazio, Lombardia. Occasioni in cui i nostri ragazzi imparano sempre qualcosa di nuovo». Le coltivazioni di San Patrignano ospitano anche essenze particolari come salvia al mandarino o al melone, menta glaciale, marocchina, ananas o al cioccolato, timo limonato, erba cipollina o aglina, l’esotico coriandolo e molte altre ancora. Profumi inebrianti ma anche infinite sfumature di colore grazie alle collezioni di rose e di ortensie, rampicanti e non.

«Tendenzialmente i ragazzi di oggi non hanno confidenza con il verde – osserva il responsabile delle Coltivazioni – ma spesso accade che i nostri giovani si reinseriscano in piccole aziende agricole o agriturismi. Ciò significa che oggi accanto a professioni nuove convive un ritorno al sapere legato alla terra, spendibile sul mercato e fonte di realizzazione personale».


15 Novembre 2017
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