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Interazioni delle droghe

Farmacodinamica e farmacocinetica

Quando un individuo assume delle droghe non solo la sostanza lo influenza ma egli stesso influenza la sostanza. La durata e il tipo di effetto di una droga, la farmacodinamica, è relazionata al cambiamento della sua concentrazione nell’organismo nel corso del tempo, la farmacocinetica.
Tale concentrazione può essere pesantemente influenzata dall’individuo assuntore (variabilità individuale) oltre che dalla presenza di altre sostanze nel circolo sanguigno.

Tali interazioni fra droghe possono o aumentare o diminuire l’effetto atteso da parte di una sostanza. In certi casi tali interazioni sono pianificate (terapia sostitutiva), in altri ricercate per aumentare l’effetto. In molti casi, tuttavia, non sono affatto pianificate né attese e le conseguenze avverse sono spesso disastrose.

Le interazioni possono essere prevedibili, ripetibili, o essere “random” avvenire solo in casi isolati.

Amfetamine

Sostanze che acidificano (es. succo di lampone) o alcalinizzano (es. bicarbonato) le urine, cioè sostanze che ne modificano il pH, influenzano la farmacocinetica delle amfetamine a causa del fatto che la loro velocità di eliminazione è superiore quando le urine sono acide e inferiore quando sono basiche. Questa procedura è voluta ed è generalmente impiegata per influenzare le analisi.

LSD + antidepressivi

È stato più volte riportato che il fenomeno del “flashback” da LSD fra gli adolescenti si instaura facilmente quando ricevono una terapia antidepressiva a base di inibitori del “reuptake” della serotonina (es. paroxetina).
L’uso cronico di antidepressivi triciclici (es. Prozac) è riportato aumentare le risposte fisiche, psicologiche ed allucinatorie all’LSD.

Cannabis + Alcol

Studi controllati riportano che l’uso combinato di tali sostanze provoca un grado di “disabilità” superiore a quello provocato dalle singole sostanze.
È stato tuttavia notato come tale “disabilità” scompaia il giorno successivo alla somministrazione.

Cocaina + Alcol

Tale tipologia di interazione è pressoché unica. La combinazione di queste due sostanze porta alla formazione nell’organismo di una nuova sostanza chiamata coca etilene. Tale composto si forma solo quando le due sostanze sono usate insieme. Sebbene si sappia che la velocità di eliminazione di tale composto sia più lenta di quella delle sostanze parenti, la sua importanza rimane non chiara se non a scopi analitici.

Analgesici oppiacei

Antibiotici sono frequentemente utilizzati in pazienti sottoposti a procedure mediche o chirurgiche e molto spesso gli antibiotici interferiscono con l’azione degli oppiacei utilizzati per il trattamento analgesico.
Le più conosciute interazioni sono quelle con l’eritromicina (che produce un aumento dell’azione degli oppiacei) e la rifampicina (una diminuzione).
Un’altra interazione si ha con farmaci utilizzati nel trattamento dell’epilessia, in particolare carbamazepina, fenitoina e barbiturici che aumentano la velocità di metabolizzazione degli oppiacei nel fegato.
Anche gli antidepressivi triciclici clomipramina e amitriptilina aumentano significativamente la disponibilità plasmatica di morfina.
Uno dei più “violenti” effetti di interazione con gli oppiacei si nota nel caso della “disintossicazione rapida” quando una piccola dose di naloxone (0.5 mg), è iniettata in pazienti tossicodipendenti. Tale interazione precipita una sindrome di astinenza molto simile a quella vista per la non assunzione di oppiacei con la differenza che appare in pochi minuti e passa in un paio d’ore.

Droghe ad azione depressiva

La combinazione di tali droghe, quali alcol e eroina o alcol e tranquillanti è uno dei tipi più comuni di interazione.
Ed è anche uno dei più pericolosi perché l’effetto dell’uno potenzia l’effetto dell’altro.
L’alcol è probabilmente il più pericoloso “mixer”. Sono infatti moltissimi i decessi da overdose di eroina che coinvolgono anche la contemporanea presenza di alcol. Allo stesso modo, dosi farmacologiche di barbiturici possono facilmente divenire letali se associati all’alcol.


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