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Fare impresa sociale conviene

Grande interesse questa mattina per il discorso di Peter Holbrook all’interno del forum “Il futuro dei giovani: proposte per guardare avanti” all’interno dei WeFree Days 2015 di San Patrignano.

L’impresa sociale UK

Il presidente dell’associazione Imprese sociali europee ha fatto un’interessante panoramica sull’impresa sociale in Inghilterra: «Negli ultimi 60 anni le aziende sociali hanno avuto un enorme picco di crescita.
Io ho iniziato da giovane a investire in questo campo. Ho fondato la catena di caffè Sunlight, poi ho fondato anche una stazione radio, un’azienda di trasporti.
Ad oggi le imprese sociali in Uk producono un fatturato di 24 miliardi di sterline. Questo è un ramo su cui è necessario investire, perché la situazione mondiale sta mutando, e bisogna far fronte a problematiche come: aumento della popolazione mondiale, fame e sete nel mondo, urbanizzazione, cambiamenti climatici e conseguenti catastrofi naturali in aumento.
Le persone si stanno arrabbiando e questo crea conflitti, oltre che crescenti flussi migratori. So quanto l’Italia sia colpita da questi fenomeni.

In Europa stiamo tra due posizioni: chi vuole chiudere le frontiere e chi vuole eliminare le barriere. In realtà stiamo fallendo tutti nel gestire queste problematiche.
È stato provato che nonostante la ricchezza mondiale stia aumentando, la soddisfazione rispetto alla propria vita invece non sta crescendo, perché le due cose non hanno corrispondenza tra loro.
L’impresa sociale vuole far fronte a questi problemi, prefissandosi obiettivi che aiutino le persone, che si preoccupino degli sprechi, dell’ambiente, oltre che al profitto.

Fare un business impegnato socialmente

In UK ci sono più di 70.000 aziende sociali e di queste ben 35.000 sono nate negli ultimi 5 anni. Noi di Social Enterprises stiamo tentando di creare un marchio sociale, “Buy Social”, che spinga le aziende sociali sul mercato. Tutto il mondo si sta sensibilizzando su questi temi. Molti business leader stanno puntando sull’inserimento dell’aspetto sociale nelle aziende.

I giovani possono creare aziende sociali, investire, lavorare per realtà che vogliono trovare delle soluzioni sostenibili.
Tutta una serie di aziende tra cui la Danone, Unilever, Diageo, ha capito l’importanza di fare un business impegnato socialmente. I giovani possono fondare e scegliere di lavorare per aziende sociali, il mio appello accorato è quello di dire loro di entrare in queste realtà.
Ci vuole anche una volontà politica, in UK Blair e poi Cameron hanno creato il giusto contesto.
È ormai dal ’97 che in Gran Bretagna si parla di capitalismo sociale e dal 2011 è stato creato un contributo sociale che tramite investimenti aiuta lo sviluppo delle aziende sociali.

Anche Social Enterprises ha ricevuto sussidi da conti bancari dormienti, tramite i quali è stata sostenuta generando ricavi consistenti. È stato riscontrato infatti che c’è un costante ritorno delle cifre investite nel sociale, che in media è il 30%. Oggi si può investire nel sociale anche solo con 10 euro dal proprio conto, tramite quelli che noi chiamiamo “Social Impact Bond”».

L’imprese con finalità sociale

A sostenere le sue idee, l’italiano Roberto Leonardi, segretario generale Fondazione per il terzo settore, Banca Prossima: «L’impresa dovrebbe per definizione avere una finalità sociale, relegando il profitto al semplice ruolo di mezzo. Nonostante la crisi, nonostante si facciano carico della parte più “difficile” dell’Italia, i disabili, gli ex detenuti e tossicodipendenti, persone con problemi psichiatrici che sarebbero altrimenti ai margini della società, funziona anche da un punto di vista economico. Spesso ha una percentuale di credito problematico nel rientro del prestito erogato del 1,4%, rispetto all’7-8% del normale sistema imprenditoriale».

Peter Holbrook al WeFree Days 2015 – Video

Roberto Leonardi al WeFree Days 2015 – Video


9 Ottobre 2015
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