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Ecstasy

Categoria: stimolante/allucinogeno

“Ecstasy” è il nome di strada che corrispondente alla metilendiossimetamfetamina. Negli ultimi anni tale sostanza è divenuta estremamente diffusa, raggiungendo decine di milioni di utenti in Europa.
In termini farmacologici l’MDMA si situa a metà fra i composti stimolanti e quelli allucinogeni; ha una primaria influenza a livello comunicativo ed emozionale, “svelando” la psiche dell’individuo e toccandolo in posti nascosti. Per tali motivi l’MDMA venne inizialmente inserita in medicina nella terapia psicanalitica.

Meccanismo d’azione

La Serotonina è una sostanza endogena che agisce da neurotrasmettitore (ovvero trasportando l’impulso nervoso nel cervello) e che ha funzioni di controllo sull’umore; le emozioni; l’aggressività; il sonno; l’appetito; l’ansietà; la memoria; le percezioni; etc.
L’ecstasy agisce aumentando la presenza di serotonina alle terminazioni sinaptiche. L’incremento di tale sostanza in diverse aree cerebrali provoca vari effetti psicologici: forte sensazione di benessere; accresciuta confidenza con gli altri; rimozione delle barriere emotive e comunicative; esaltazione delle sensazioni; maggiore capacità di percepire il ritmo e la musica.

Per tali motivi, l’ecstasy e le droghe ad essa simili vengono definite “entactogene” o “epatogene” (che favoriscono l’empatia, cioè la capacità di immedesimarsi nei pensieri e negli stati d’animo di un’altra persona).

L’ecstasy è spesso considerata essere una droga innocua, probabilmente a causa dell’aspetto con la quale viene venduta: pastiglie vivacemente colorate con divertenti loghi. Inoltre, molte persone ritengono meno pericolosa una sostanza che si “mangia” di una che si “inietta”.

Effetti

Si instaurano 30-60 minuti dopo l’assunzione, inizialmente appaiono con un senso di malessere, di respiro affannoso, di paura per poi rivelarsi in quelli desiderati: incrementato interesse nei rapporti interpersonali, vigilanza e resistenza fisica.
Frequentemente l’ecstasy è assunta in combinazione con altre sostanze quali LSD, cocaina, amfetamine o alcol. La combinazione con droghe stimolanti tende ad incrementare la tensione e ad aumentare l’effetto. Con l’LSD rende l’effetto allucinogeno più agevole da sopportare. L’alcol diminuisce l’effetto dell’ecstasy ma, d’altra parte, aumenta la disidratazione. La cannabis è generalmente usata nella fase di “raffreddamento”.

Effetti collaterali

La dipendenza da tali sostanze è esclusivamente psicologica (nonostante occasionali situazioni di emicrania e depressione in assenza di assunzione).

Neurotossicità

Uno dei pericoli più gravi, che distingue in modo particolare questa classe di sostanze da altre classi di droghe, è costituito dall’elevata neurotossicità.
Studi approfonditi su animali e, successivamente, su volontari umani hanno dimostrato la degenerazione irreversibile dei neuroni produttori di serotonina che, in pratica, si “bruciano”. Nei casi in cui le cellule degenerate ricrescono si è notato come tale crescita dia luogo a neuroni “mutati” e inattivi.

Dopamina e serotonina

Da alcune parti viene eccepito che gli studi fino ad ora effettuati sull’ecstasy hanno evidenziato solamente azioni deleterie sulla serotonina che, pur essendo un modulatore cerebrale, sembra aver effetti esclusivamente sulla sfera affettiva e di relazione dell’individuo e non su quella fisica e patologica.
Nel settembre 2002, è apparso sulla rivista Science, una delle più prestigiose riviste scientifiche al mondo, un nuovo articolo a cura del gruppo di studio del Dr. Ricaurte dove studi condotti su primati (babbuini) evidenziano che lo stesso comportamento già riscontrato per la serotonina, viene evidenziato anche per la dopamina.

Essendo la dopamina implicata in tutte le funzioni “motorie” dell’organismo umano, la neurotossicità per dopamina evidenziata dall’ecstasy fa ritenere che gli assuntori di tale sostanza presentino un’aumentata vulnerabilità verso le disfunzioni motorie.
In altre parole, esistono fondati motivi di credere che, a lungo termine, l’uso di ecstasy possa condurre non solo a patologie neuropsichiatriche correlate alla deplezione di serotonina ma anche quelle correlate alle deficienza di dopamina quali, ad esempio, il morbo di Parkinson.

Altri pericoli

In aggiunta ai danni neuropsichiatrici riportati sopra, a seguito di assunzione di ecstasy sono stati ripetutamente riportati episodi, spesso fatali, relativi a psicosi paranoide, collasso cardiocircolatorio, emorragia cerebrale ed infarto. Fra assuntori di lungo periodo, si è notato lo sviluppo di danni epatici ed ipertermia spesso ad esito infausto.


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