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Il saluto a Piero e Vanni. “Cercheremo di trasmettere i vostri stessi valori”

Oggi San Patrignano ha dato il proprio commosso addio a Piero Prenna e Vanni Laghi. Una cerimonia toccante per salutare insieme i due responsabili della comunità, spentisi nei giorni scorsi a poca distanza di tempo l’uno dall’altro.

Piero e Vanni, con il loro operato, il loro esempio e il loro grande cuore, hanno lasciato un segno indelebile in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incontrarli nel proprio percorso di vita. Lo hanno ricordato con emozione le testimonianze di alcune ragazze in percorso.

“Quando Vanni ti guardava, vedevi la sua anima, la sua capacità di essere in connessione con gli altri. E nei suoi abbracci sentivi un grande senso di protezione e sapevi che tutto sarebbe andato bene. Vanni rimarrà sempre con noi.  Gli siamo riconoscenti e cercheremo di vivere e ritrasmettere gli stessi valori”.

“La vita da un giorno all’altro si prende ciò che vuole. Sarà difficile abituarsi all’assenza di Piero. Ricorderemo tutti i pranzi fatti insieme, i suoi mille racconti, i consigli che sapeva sempre darci. Per ognuno aveva sempre una parola. Nei suoi occhi e nei suoi gesti si poteva vedere quanto fosse forte la sua anima. Resterai sempre nei nostri cuori, ciao Piero”.

Nell’omelia, don Fiorenzo ha tracciato un parallelo fra i percorsi di ricerca di Ulisse e Abramo e i cammini di vita  di Piero e Vanni. “Nella nostra cultura occidentale abbiamo due miti, due percorsi straordinari: il mito di Ulisse e il mito di Abramo, complementari l’uno con l’altro. Ulisse è la ricerca, l’avventura, la voglia di scoprire, sapendo che questo comporta tanti accidenti di percorso. Ma ciò che aiuta Ulisse a realizzare completamente la sua vita è il ritorno a Itaca, a casa. L’andare fuori, il cercare, per poi ritornare dentro se stessi, dentro la propria realtà. Il cammino di Sanpa è davvero questo: il riconoscimento di un’esigenza dell’uomo di scoprire, di conoscere, come hanno fatto Vanni e Piero, e poi accorgersi di qualcosa di molto più bello e profondo dentro di noi: Itaca, la propria realtà, la propria centralità, il proprio essere. Il ritorno a casa”.

“Abramo è un andare, ma non per ritornare – ha proseguito don Fiorenzo -, bensì per credere a quella passione, a quella voce che per Ulisse era Itaca, per Abramo è la vita, la realizzazione. E’ fantastico avere una fede che fa percorrere queste strade, questa realtà, e si fida non tanto di sé, quanto piuttosto di quella verità che dentro di noi continuamente ci fa vedere le cose in maniera diversa. Abramo va, ottiene tutto ciò che gli serve per realizzare la propria vita. E’ il mito di andare, fidandosi”.

“Quello che i nostri amici Piero e Vanni ci regalano – ha concluso – e che ognuno di noi può regalare all’altro, è proprio questa consapevolezza che soltanto nell’accoglierci gli uni con gli altri, nel morire alle nostre inquietudini e paure possiamo cogliere nell’altro la bellezza e la verità che ci riempie di forza, di gusto nell’andare, nel ripercorrere questo cammino, nel ritrovare la vita. Siamo consapevoli che da ogni errore possiamo imparare tanto e cominciare a essere diversi, per un mondo migliore. Ogni condivisione, ogni saluto, ogni momento come questo diventa un fermento nuovo di vita. Vanni e Piero hanno seminato, adesso è il tempo del raccolto dell’offerta e del dono che questi due amici hanno fatto. Grazie Vanni, grazie Piero, grazie a ciascuno di voi che fatica ogni giorno per ritornare a Itaca dentro se stesso, e che cerca di avere dentro di sé quella forza, quella fede che ha guidato loro due a percorrere questo cammino”.


18 Luglio 2022
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