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Le conseguenze delle recenti crisi internazionali e la ricerca di risposte nuove e alternative al centro del Sustainable Economy Forum

Si è tenuta oggi, nella cornice della Comunità di San Patrignano la quinta edizione del Sustainable Economy Forum. Sono stati oltre 700 i partecipanti che in presenza e online hanno seguito l’evento, promosso da San Patrignano e Confindustria con Intesa Sanpaolo quale partner istituzionale, che ha dedicato quest’anno particolare attenzione alla riflessione e alla condivisione di esperienze sui temi chiave della sostenibilità e della responsabilità economica, ambientale e sociale nelle varie declinazioni e nei più diversi settori.

L’edizione di quest’anno del Forum – commenta Letizia Moratti, Co-fondatrice della Fondazione San Patrignano – ha approfondito le conseguenze delle recenti crisi internazionali dal punto di vista degli effetti sulle strategie economiche, finanziarie e aziendali improntate alla sostenibilità. Alla base di molti interventi una visione comune di una sostenibilità che va praticata e non solo raccontata, come recentemente ricordato anche dal presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, il vescovo Nunzio Galantino, attraverso scelte precise e coerenti che tengono conto dell’ambiente e della cura del pianeta, come pure delle persone e delle relazioni umane. Temi alla base del concetto di economia sostenibile, tra loro correlati e affrontati oggi, penso, ad esempio, ai rischi per le imprese e il sistema finanziario che coinvolgono i settori dell’energia e dell’innovazione digitale, dell’agrifood  e della biodiversità. Mi piace ricordare in questo senso che anche la stessa Comunità di San Patrignano rappresenta un esempio emblematico di social business efficace e di successo. Combina l’aspetto sociale, l’obiettivo di aiutare i giovani, con quello economico di creare un’azienda sostenibile che produce beni e servizi di alta qualità”.

Stiamo vivendo un momento di grandi trasformazioni che hanno bisogno di risposte solide. Ma ogni azione introdotta sui temi oggi in discussione è fragile se non sostenuta da un approccio etico, consapevole, focalizzato sul fattore uomo e sull’impatto sull’ambiente e sulle persone. Elementi centrali del Sustainable Economy Forum, che con orgoglio Confindustria da 5 anni organizza a fianco di San Patrignano” – così Alberto Marenghi, Vice Presidente di Confindustria in apertura del convegno – “Il 2023 sarà un anno di transizione e ci aspetta una crescita molto modesta. Guardiamo, quindi, alla sostenibilità come a un terreno strategico su cui avanzare, con visione larga e di lungo periodo. La sfida è, appunto, quella di preservare gli obiettivi di politica industriale e occupazione coniugandoli con gli obiettivi di sostenibilità ambientale. La transizione va implementata in neutralità tecnologica, senza scelte dirigiste, e coinvolgendo gli imprenditori. Perché solo l’industria può mettere in campo le soluzioni tecnologiche per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità e di crescita. In questo senso va il nostro invito al Governo e alle parti sociali – ha aggiunto Marenghi – di lavorare insieme per arrivare a migliorare le previsioni per il 2024. Dobbiamo essere in grado di convogliare le risorse dove servono e dove possono generare ricchezza senza cedere all’assalto alla diligenza. Questo Paese non si può più permettere le distribuzioni di incentivi a pioggia. Per muoversi in questa direzione serve dunque coraggio, ma anche equilibrio. Abbiamo l’obbligo morale di cercare di consegnare alle generazioni future un pianeta più sostenibile senza impoverire però il tessuto sociale”.

Filo rosso delle tavole rotonde, l’attuale e complesso scenario multicrisi a livello europeo e mondiale, ricordato nel corso del suo keynote speech anche introduttivo anche da Claudia Parzani,  Partner di Linklaters e Presidente di Borsa Italiana, attraverso cinque elementi di cambiamento necessari per affrontare il contesto e cogliere opportunità nella direzione di un cambio di paradigma.  “Occorre pensare a come misuriamo i successi e quali siano quelli rilevanti. Il successo economico è solo un’unità di misura per le imprese. La capacità di avere persone motivate e felici, creare cultura e benessere nell’impresa, è sempre più rilevante, così come il purpose: sapere cosa facciamo e creare senso di apparenza. Essere consapevoli di quale sia il proprio ruolo nel sistema crea un senso di orgoglio ed è ciò che muove le persone. I ragazzi nelle università lo chiedono sempre di più, non è un punto di arrivo, ma di partenza. Nei momenti di incertezza è fondamentale porsi domande e darsi risposte, occorre togliere i panni della sopravvivenza e indossare quelli della sostenibilità con visione di lungo periodo. Tra i punti affrontati da Claudia Parzani anche governance, capitale umano e leadership: “Volersi regalare il tempo di valutare la propria governance e lavorare per avere il board migliore possibile, capace di riflettere i pilastri della strategia è fondamentale, così come è importante la sua comunicazione: il desiderio di raccontare la governance dà il senso di come si timona la nave. Il tema del capitale umano è centrale in ogni business: attrarre e trattenere i talenti, in primo luogo, ma anche upskilling e reskilling. Bisogna lavorare sul benessere delle persone, chiedersi quanto costi l’infelicità in azienda. La felicità porta creatività, apertura, collaborazione. Infine, l’importanza della leadership e quanto abbia un impatto sulla vita di altri. Capacità di ascolto e valorizzazione delle nuove generazioni, coesistenza e rispetto tra le generazioni attraverso un forte patto generazionale. L’esperienza non è più misurata su un asse lineare, non è solo nella seniority: i giovani hanno competenze uniche sui temi ESG e del digitale, mostrano una sensibilità forte della cosa comune e del tempo personale rispetto alle generazioni precedenti. E poi i nuovi leader: che abbiano visione strategica ma siano anche autentici e sinceri, senza paura di essere vulnerabili. Non tutto si misura sul successo, ogni tanto si vince e ogni tanto si perde: è importante provare, sperimentare ed essere consapevoli che ci sono persone più brave che si possono scegliere e avere nella propria squadra. Tutto ciò che facciamo non è molto se non siamo in grado di legarlo a quello che fanno gli altri. Si vince solo insieme!

Moderato da Luca Orlando de Il Sole 24 Ore, il forum si è quindi aperto con un confronto che ha visto alternarsi protagonisti del mondo della finanza e dell’impresa.

Paolo Bonassi, Executive Director Strategic Support Intesa Sanpaolo ha avviato i lavori della tavola rotonda: “Con il nuovo Piano d’impresa 2022-2025, Intesa Sanpaolo ha reso l’impegno ESG uno dei quattro pilastri della strategia di crescita del Gruppo. Sostenibilità e attenzione al sociale rappresentano i principi ispiratori del modo di fare banca che condividiamo con i nostri azionisti, le Fondazioni, le comunità e i territori. Per i prossimi anni abbiamo stanziato 115 miliardi di euro per la società e la transizione verde e 500 milioni di euro per supportare le persone in difficoltà. Siamo anche impegnati a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette, entro il 2030 per le nostre ed entro il 2050 per i portafogli prestiti e investimenti, per l’asset management e l’attività assicurativa”.

Francesca Mariotti, Direttore Generale di Confindustria, ha sottolineato: “Lo scenario che le imprese si trovano a fronteggiare è critico, il 2022 è stato un anno difficile, condizionato da una pesante crisi energetica, acuita dal conflitto russo ucraino. Questo ha provocato una impennata inflazionistica che ha ridotto i consumi e generato difficoltà negli investimenti. Quanto alle politiche europee, esprimo un voto critico, il continente e il nostro Paese sono fragili, soprattutto a fronte di risorse che non hanno uguali, messe a disposizione da Usa e Cina per la transizione green. Se l’Europa non adotta soluzioni unitarie e lascia agli Stati membri la scelta di misure di reazione, il rischio è quello di frantumare il nostro patrimonio che è il mercato comune europeo e l’industria europea”.

Attenzione responsabile alle comunità e all’impatto ambientale al centro anche dell’intervento di Andrea Rustioni, Direttore Generale di IGPDecaux: “Da sempre il nostro business model è incentrato sulla fornitura di prodotti e servizi utili alle città e ai cittadini, finanziati dalla pubblicità. La sostenibilità rappresenta un fattore chiave per la nostra azienda, impegnata nell’implementazione di una strategia ESG volta ad una comunicazione sempre più responsabile, alla creazione di valore sul territorio, e alla riduzione dei consumi e degli impatti ambientali”.

Il Gruppo Celli è leader mondiale nel settore degli impianti e accessori per l’erogazione di bevande. Il suo CEO, Mauro Gallavotti ha evidenziato come: “Solo il 5% delle bevande viene oggi erogato alla spina, mentre il restante 95% ancora sotto forma di prodotti confezionati come bottiglie e lattine con un forte impatto ambientale sia in termini di trasporto, gestione dei rifiuti prodotti ed il loro riciclo, sia di carbon e water footprint. Noi ci definiamo una Beyond the Bottle Company, convinti che il futuro del nostro pianeta dipenda anche dal superamento del contenitore monouso”.

Da giovane impresa, Italcer si è imposta in pochi anni tra i leader del comparto della ceramica Made in Italy e nell’arredo bagno di lusso. Tra i suoi punti di forza, la capacità di coniugare design e sostenibilità, anche nel ciclo produttivo: Spiega l’Amministratore delegato Graziano Verdi: “Dedichiamo una parte consistente dei nostri investimenti in Ricerca e Sviluppo a questo aspetto. Stiamo valutando impianti per il biometano, rigassificatori, passando per il biogas e ad altre fonti di energia rinnovabili, ma già oggi siamo in grado di riciclare e recuperare oltre il 99,8% degli scarti di produzione generati nei diversi siti di produzione”.

Chicco Testa, Presidente di Assoambiente, ha commentato: “Perseguire nelle aziende il tema della sostenibilità può contribuire a migliorare anche la produttività, ma dobbiamo ricordarci che tutto nasce dall’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2. Non si tratta di un percorso che si può intraprendere solo localmente. Nel 2030, il mondo vedrà 4/5 della sua popolazione vivere al di fuori dall’area OCSE, in Paesi in cui c’è un bisogno energetico enorme che riflette anche la disuguaglianza tra nord e sud del mondo. L’anno scorso sono state consumate 8 miliardi di tonnellate di carbone, un record storico. I dati consuntivi ci dicono che da quando abbiamo iniziato a parlare di CO2 i consumi sono aumentati di anno in anno e questo perché una grande parte del mondo aspira a raggiungere livelli di benessere crescenti. Lo sforzo dell’Europa, che pesa l’8% di questi consumi, diventa quindi quasi nullo senza il contributo di altri paesi. La narrazione che a volte si fa della sostenibilità è diversa dalla realtà: occorre concentrare i finanziamenti in sviluppi tecnologici che siano game changer. La distanza tra gli obiettivi posti e ciò che si può realmente fare creerà altrimenti frustrazione. Dobbiamo essere consapevoli che la transizione energetica sarà un processo secolare che ci vedrà impegnati per lunghissimo tempo”.

La seconda parte dei lavori è stata invece dedicata a due tavole rotonde tematiche, introdotte dal keynote speech del Presidente della Fondazione Accenture, Fabio Benasso. “L’attuale contesto economico e geopolitico non ha scoraggiato l’attenzione alla sostenibilità, come dimostrano i 226 miliardi di dollari di nuovi investimenti a livello globale in energie rinnovabili nei primi sei mesi del 2022” – ha commentato Benasso – “Ma per cogliere appieno le opportunità offerte dalla transizione sostenibile è necessario che le organizzazioni si reinventino ponendo la sostenibilità al centro della propria strategia e passando da una logica di “silos” verso una di “rete”, facendo leva sul ruolo abilitante delle tecnologie e dei dati, sulle competenze del capitale umano e sulla collaborazione di sistema tra ecosistemi e filiere per accelerare e scalare la trasformazione anche a vantaggio delle PMI. Come Sistema Paese abbiamo già tanti asset a disposizione: agilità, innovazione, talenti. Ora dobbiamo connettere i punti e fare rete, rafforzando il focus strategico di medio e lungo termine sulla sostenibilità per chiudere il gap esistente tra impegno e capacità di execution”.

Prima tavola rotonda del pomeriggio dedicata a “Sostenibilità, energia, digitale e innovazione”, temi fortemente correlati in questo particolare contesto storico.

Cristina Bombassei Chief CSR Officer del Gruppo Brembo e Presidente GT Sostenibilità di Confindustria ha aperto i lavori di questa tavola rotonda: “Brembo è da sempre un’azienda proiettata al futuro. Questo approccio è fondamentale per operare con successo in un settore altamente innovativo come l’automotive, in particolare ora che è in piena transizione verso l’elettrico” ha detto Cristina Bombassei, Chief CSR Officer di Brembo e presidente Gruppo Tecnico RSI di Confindustria. “Investiamo il 6% del fatturato in ricerca e sviluppo e il 10% dei nostri collaboratori sono dedicati a questi temi. Abbiamo aperto il Brembo Inspiration Lab in California per esplorare le tecnologie di frontiera, come l’intelligenza artificiale” ha aggiunto. “Investiamo in sostenibilità e abbiamo l’ambizione raggiungere il “net zero” nel 2040”.

Michele Viglianisi Responsabile Bio Refining & Supply di Eni Sustainable Mobility ha sottolineato come: “L’emergenza climatica e la crisi energetica, esaltata dal conflitto alle porte dell’Europa, impongono di virare rapidamente verso un nuovo modello di produzione e consumo di energia, sostenibile e sicuro. Eni prosegue con determinazione il suo tragitto verso la neutralità carbonica, molte tappe intermedie sono state già raggiunte ed è stato accelerato il percorso verso il traguardo finale con nuovi e più sfidanti obiettivi. Puntando sull’innovazione tecnologica, si incrementeranno la produzione di energia da fonti rinnovabili, la capacità di bioraffinazione, la varietà di materie prime e di prodotti. Per riuscire in una così complessa missione sarà necessario adoperare tutti gli strumenti oggi a disposizione, selezionati sulla base di criteri di maturità tecnologica, in modo da valorizzarne al meglio le potenzialità ed in relazione all’effettivo grado di maturità e di disponibilità. La ricerca, la formazione, le iniziative pilota dovranno poi favorire la crescita e l’accessibilità delle tante soluzioni già oggi molto promettenti ma non ancora pienamente mature”.

Mirja Cartia d’Asero CEO del 24 Ore Group ha commentato: “Il Gruppo 24 ORE sta vivendo una fase di forte trasformazione da gruppo editoriale con oltre 150 anni di storia a multimedia tech company che guarda al futuro. Una trasformazione accelerata dal contesto di perma-crisi che spinge a ripensare i modelli di business delle aziende in una chiave più inclusiva e sostenibile. Per questo abbiamo messo al centro del nostro nuovo Piano Industriale 2023-2026 l’Innovazione e la Sostenibilità. Si tratta di una tappa di un processo già intrapreso da alcuni anni e che con il nuovo Cda, insediato un anno fa, abbiamo reso più organico costituendo il Comitato ESG e Innovazione Tecnologica che ha presidiato il percorso per l’ottenimento – primo tra i gruppi editoriali italiani – la Certificazione per la Parità di Genere e la stesura del primo Piano Esg del Gruppo e creando una nuova Direzione Generale ad hoc dedicata al raggiungimento degli obiettivi ESG. L’innovazione rappresenta il fulcro del nostro sviluppo e la decliniamo, da un lato, attraverso la digitalizzazione sia delle nostre infrastrutture sia dell’offerta alla nostra community grazie all’investimento su piattaforme multimediali e su soluzioni anche per i giovani, e dall’altro attraverso la formazione, settore in cui siamo appena rientrati e che per noi ha un ruolo sociale essenziale essendo rivolta sia agli stakeholder sia al nostro interno per l’upskilling e reskilling del nostro capitale umano”.

Agostino Re Rebaudengo, Presidente Asja Ambiente ed Elettricità Futura, ha evidenziato come: “il Piano 2030 di sviluppo del settore elettrico, elaborato da Elettricità Futura e condiviso da questo e dal precedente Governo, è un percorso di indipendenza e sicurezza energetica che prevede la creazione di 540.000 nuovi posti di lavoro. Asja è una delle eccellenze italiane che portano avanti la transizione energetica, ad esempio mettendo la propria esperienza a disposizione delle CER, le Comunità Energetiche Rinnovabili, e in questo modo contribuendo al raggiungimento dei target 2030”.

Roberto Sancinelli, Presidente di Montello ha ricordato, tra l’altro, il percorso di crescita dell’azienda: “Montello nasce come azienda siderurgica che nel 1996 si è riconvertita in industria del riciclo. Quando il termine economia circolare non era in uso, siamo stati degli innovatori, scegliendo questo cambio e introducendo nuove tecnologie. Oltre un milione di tonnellate di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata urbana ogni anno entrano nei nostri impianti di trattamento di recupero e riciclo in materia. L’80% esce dagli stessi impianti quale materia prima seconda e prodotto End of Waste e il 20% è inviato a recupero energetico. Prevediamo di chiudere il cerchio recuperando per autoconsumo l’energia dai residui decadenti dal riciclo in materia diventando in tal modo autosufficienti e destinando solo il 5% dei rifiuti a smaltimento con l’obiettivo di arrivare al 2%. A breve saremo anche produttori di idrogeno verde”.

Nell’ambito del Sustainable Economy Forum sono inoltre stati premiati i due vincitori del Gian Marco Moratti Award, il premio istituito da E4Impact Foundation in memoria dell’imprenditore italiano Gian Marco Moratti. Il premio è un’occasione speciale far conoscere il ruolo degli imprenditori africani di E4Impact nel generare un impatto a lungo termine e nel valorizzare lo sviluppo sostenibile del continente. Assegnato annualmente e giunto alla quarta edizione – il Gianmarco Moratti Award riflette pienamente lo spirito di E4Impact Foundation, un’iniziativa lanciata nel 2010 da ALTIS – Graduate School of Business and Society dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – e costituitasi nel 2015 come Fondazione con l’obiettivo di sostenere e valorizzare l’avvio e la crescita di nuove imprese in Africa. A oggi la Fondazione è presente in 20 Paesi africani e ha formato 6000 imprenditori, ognuno dei quali ha generato in media 6 nuovi posti di lavoro. I vincitori dell’edizione 2023 sono Esther Wanjiru Kimani di Farmer Lifeline Technologies (Kenya), per le migliori politiche o pratiche a favore della sostenibilità, e Franc Kamugyisha di Ecoplastile (Uganda) come miglior prodotto o soluzione ecosostenibile.

Ultimo focus, dedicato in questo caso ad un ulteriore tema di stringente attualità, Agrifood e Biodiversità, affrontato attraverso una tavola rotonda che ha messo a confronto protagonisti del mondo

Nicola Bertinelli Vicepresidente di Coldiretti ha avviato la tavola rotonda, commentando: “Uno stereotipo sull’agricoltura è ancora oggi quello di una “old economy”. In realtà, in Italia oltre 60% degli agricoltori utilizza un’agricoltura 4.0, con sistemi tecnologici e forte orientamento all’innovazione. Il settore già oggi lavora su un grande obiettivo, usare meno input per avere maggiori output e su questo la ricerca gioca un ruolo fondamentale. L’agricoltura non è un problema, ma è parte della soluzione: attraverso lo strumento della fotosintesi clorofilliana gioca un ruolo fondamentale anche nella riduzione delle emissioni. Coldiretti è poi impegnata a portare al centro del dibattito sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale, il ruolo delle metriche per misurare le esternalità positive che le produzioni agro alimentari italiane hanno sui territori. L’agricoltura italiana è pesantemente connessa alle indicazioni geografiche e in molti territori del paese, senza attività produttive non ci sarebbero nemmeno le comunità”.

Promozione di modelli di economia circolare e sviluppo sostenibile attraverso gli ecosistemi tra i punti toccati da Marco Travaglia Presidente e AD Nestlé Italia ha evidenziato: “il Gruppo Nestlé investe in molteplici aree di innovazione, orientate anche alla sostenibilità, per favorire lo sviluppo di nuove soluzioni e tecnologie volte a creare cambiamenti duraturi e di forte impatto. In particolare, in un contesto sempre più interconnesso, la collaborazione e la condivisione con diversi partner favorisce la nascita e la crescita di ecosistemi intesi come network multistakeholder connessi ed interdipendenti che collaborano per apportare valore aggiunto al business. Un percorso sfidante lungo il quale Nestlé si è impegnata in diverse iniziative e programmi attraverso un duplice approccio: cogliere le opportunità di sviluppo offerte dal contesto socioeconomico, tra cui diventare parte di Hub & Accelerator e collaborare attivamente con startup e fondi di Venture Capital”.

Giovanna Iannantuoni Rettrice, Università di Milano-Bicocca ha infine concluso: “Il PNRR rappresenta una preziosa opportunità di rilancio per il sistema dell’istruzione e della ricerca. Le università hanno raccolto questa sfida stringendo alleanze con enti di ricerca, imprese e istituzioni, dando vita così a un modello di collaborazione pubblico-privato senza precedenti. Milano-Bicocca è alla guida del progetto MUSA, un ecosistema dell’innovazione che punta a creare un modello di sviluppo sostenibile e di rigenerazione urbana esportabile in ambito nazionale ed europeo”.

Il Sustainable Economy Forum 2023 è stato promosso da San Patrignano e Confindustria con Intesa Sanpaolo quale partner istituzionale. Eni, Gruppo 24 Ore e IGP Decaux sono stati Top partner dell’evento; partner: Asja, Celli Group, Italcer Group, Montello e Mooney

 


13 Aprile 2023
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