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Madri & Figli

La mamma di Ricardo, Ricky per tutti, era tossicodipendente.
Appena i servizi sociali si resero conto della situazione, diedero Ricky in affidamento e misero sulla sua pratica il timbro ‘Adottabilità’. Da quel giorno sono passati molti anni e Ricardo, sua madre, non l’ha più vista.

Aveva 3 anni quando lo hanno portato via da quella casa, di cui non serba alcun ricordo. La prima famiglia che lo ha accolto era piena di brava gente. Si, la prima. Perché di famiglie Ricardo ne ha girate tante. Con loro è stato fino a 5 anni, poi la pratica di adozione è andata in porto e una nuova stanzetta in un luogo sconosciuto era pronta per lui. Quanto ha pianto Ricardo lo sanno in pochi. Aspettava che scendesse la sera nella nuova casa, e rannicchiato nel suo letto, affondava la faccia nel cuscino per non far sentire i singhiozzi alla nuova mamma e al nuovo papà.

Lei era dolce, affettuosa. Aveva tanto desiderato un figlio ma non poteva averne. Ricardo era per lei un dono del cielo. Lui, il papà, a volte era super affettuoso e giocavano alla lotta, altre invece sembrava non vederlo nemmeno. Perché l’alcol agisce sull’umore. Quando bevi sembri felice, allegro, parli con tutti ma quando non ce l’hai e lo vorresti, non ti importa più di nulla. E di nessuno.

Adozione revocata. Ricardo ha 8 anni e trovare una famiglia diventa sempre più difficile. Le coppie cercano sempre bambini piccoli. Altri due anni di affidamento a tempo determinato. Questa nuova famiglia viveva in campagna. Gli piaceva un sacco lì, aveva tanto spazio dove scorrazzare, tanti animali con cui giocare e tanti nascondigli segreti. La persona che gli piaceva di più era la figlia piccolina. Lo seguiva ovunque e lui si sentiva un ometto, con lei poteva fare ‘quello grande’, quello che sapeva tante cose e che non aveva paura di niente. Poi, un nuovo incontro, una nuova famiglia con cui prendere confidenza e alla fine ‘no, non è il bambino che pensavamo di prendere’.
A 11 anni Ricardo ritorna in Istituto.

Ricky parlava poco, non legava tanto con gli altri bambini e per questo spesso, veniva schernito. A 13 anni Ricardo doveva scegliere quale scuola fare ma di studiare non ne aveva proprio voglia. Quello di cui aveva voglia invece, era sapere perché sua mamma, quella vera, non lo aveva tenuto con sé. Proprio non capiva. Mai nessuno gli aveva raccontato che quando erano andati a prenderlo, lo hanno trovato nel bagno, arrampicato sul lavandino perché voleva a tutti i costi arrivare alla mensola per prendere lo spazzolino. La sua mamma era nel letto che dormiva perché era talmente tanto fatta che non riusciva ad aprire gli occhi quella mattina. E lui aveva solo tre anni.

All’Istituto c’era Gepi, un ragazzino più grande che lo menava sempre. Gli diceva un sacco di parolacce e quando erano a mensa si metteva a gridare davanti a tutti che Ricardo era nato da una caffettiera marocchina, per quello aveva la pelle del colore del caffè annacquato. Ricky non reagiva mai, se ne stava al suo posto con lo sguardo fisso sul piatto. La notte, nel buio della camerata spingeva più che poteva la faccia sul cuscino, come faceva da piccolo. E’ stato lì che ha imparato a trattenere le lacrime. Mica poteva farsi sentire dagli altri che piangeva. E mentre si sforzava di ricacciare indietro il suo dolore, una notte ha cominciato a progettare la sua grande impresa, fantasticando di essere forte come gli eroi dei film che vedeva.
Un giorno, si sarebbe vendicato. Di tutte le mamme e i papà che erano arrivati e poi andati via, di Suor Lucia che lo sgridava sempre se non metteva l’h davanti alla a, di Gepi che lo spintonava e tutti gli altri che ridacchiavano. Tutti, l’avrebbero pagata tutti.

Ricardo oggi ha 27 anni, è sposato ed ha un bellissimo bambino che va all’asilo ed ha già una fidanzatina. Nessuno lo ha mai adottato, è stato invece trasferito in un Istituto a lungo corso e la sua vendetta, non l’ha mai messa in pratica. Quello che ha messo in pratica invece, è stato lo studio. Perché un giorno Ricardo si è impuntato e si è studiato tutti i verbi irregolari, e ha scoperto che studiare gli piaceva. Poi un giorno, per noia ha cominciato a scarabocchiare su un foglio e si è accorto, che sapeva disegnare. Ricardo si è iscritto ad architettura e oggi lavora tra Firenze e Londra dove collabora con uno studio di Design d’interni. Tutte le volte che torna dall’Inghilterra, suo figlio gli corre incontro e gli salta la collo stritolandolo. “Che bello papà che torni sempre. Cosa mi hai portato?”.
La madre di Ricardo, quella vera, ha un figlio in gamba ed è diventata nonna.
Ma probabilmente, non lo saprà mai.


19 Febbraio 2010
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