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This is me e la spazzola magica

E’ un torrido sabato pomeriggio di agosto. Sono a casa, le finestre socchiuse per evitare che il caldo mi aggredisca, in attesa del sollievo che solo il tramonto sa dare in estate. Sono sul divano con un libro in mano quando l’aria si riempie di una musichetta che sembra arrivare da molto, molto lontano.
Strano penso, la radio l’ho spenta poco fa, la televisione non si accende prima di sera, la vicina è andata in Spagna in vacanza lasciandomi le piante da innaffiare, da dove potrà arrivare questa musica?

Alzo lo sguardo, di fronte a me la scala di legno che porta in mansarda, la stanza di mia figlia. La porta è stranamente chiusa. Concentro lo sguardo sulla maniglia e scopro l’enigma, la musica proviene da lì. Salgo le scale lentamente e scalza per non far rumore. Non voglio spiarla per carità, ma non voglio neanche spalancare la porta a soffietto facendola sobbalzare. Tesoro, grido timidamente con la netta intenzione di non farmi sentire. Mi piace curiosare, osservarla mentre non mi vede, scoprire di quanti sogni è fatto il suo piccolo mondo.
Arrivo sul pianerottolino e la musica come d’incanto arriva alle mie orecchie forte e chiara.

This is me
This is real
I’m exactly where I’m suppose to be, now
Gonna let the light, shine on me
Now I’ve found, who I am
There’s no way to hold it in
No more hiding who I want to be
This is me

Non c’è nessuna radio o televisione accesa. Il lettore cd poi è fuori uso, le casse sono a riparare. Allungo la mano sulla maniglia e apro di pochissimo il soffietto, giusto una fessura che non separi più il mio sguardo da lei. E’ davanti allo specchio per l’occasione trasformatosi in un pubblico adorante, con una spazzola in mano che magicamente si è trasformata in un microfono e canta, accompagnando ad ogni frase un movimento diverso. Mia figlia e il suo spettacolino privato.

Per una frazione di secondo rivedo me alla sua età fare la stessa identica scena e per un attimo la paura fa capolino nella mia testa. Non voglio diventi come me, non voglio faccia i miei stessi errori, non voglio che smetta di sognare davanti uno specchio. Mai. Mi sposto sul gradino e il legno scricchiola. La piccola sobbalza, si gira di scatto e fa tana per me. Apro la porta convinta che me ne dirà di tutti i colori per avermi sorpreso a spiarla. Ma i bambini ci danno doni inaspettati, capaci di smontare ogni nostra aspettativa. ‘Mamma guarda cosa ho imparato, la so tutta adesso, mi guardi mamma?’.

Certo che ti guardo piccola mia. E mentre la guardo danzare e cantare penso a come avrà fatto ad imparare tutta questa canzone in inglese, e ricordo che è un po’ di tempo che mi chiede il dvd di un film, Camp Rock, dove ci sono i Jonas Brother e che il più bello è il cantante, che poi si innamora della figlia della cuoca del camping che ha una bellissima voce e che canta una bellissima canzone. Ecco dove l’ha imparata. E penso che no, non devo avere paura per il futuro, non più di quella che ogni genitore al mondo prova.
Quello che devo fare adesso invece è uscire, andare a comprare quel dvd, vederlo con lei la quale probabilmente mi obbligherà ad imparare tutta la canzone a memoria, sgridandomi se non pronuncio bene This is me, che poi significa Sono io.
Cosa mi sarei persa se non avessi smesso di drogarmi, eh?


15 Agosto 2012
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