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Muove i primi passi San Patrignano UK

Un vicoletto pedonale molto inglese, con negozietti e pub. Davanti, un ampio spazio con dei tavolini e, sul retro, un cortiletto interno. Lamb’s Conduit Passage è l’indirizzo dell’associazione di Londra collegata a San Patrignano.

A guidarla, insieme ad un gruppo di ragazzi che hanno concluso il percorso in Comunità, l’australiano Danny McCubbin. Viso simpatico e parlantina sciolta, con tante idee che gli frullano nella testa è il sorriso sempre stampato sul volto, ripete in un italiano stentato a chiunque si avvicini per chiedergli qualcosa, «sono modo contencio e fellice, San Patrignano è mia casa».
Danny è un tipo vulcanico, un entusiasta, che a affronta il difficile impegno che si è assunto con spirito positivo e tanta voglia di fare. «Ho conosciuto la Comunità 6 anni fa e mi sono innamorato», racconta: si vede dai suoi occhi che, se c’è una cosa che non gli manca, è il cuore.
Mc Cabbin fa parte da alcuni anni del team di Jamie Oliver, fondatore del ristorante Fifteen a Londra ma anche di tanti altri locali che coniugano il cibo e la responsabilità sociale.
La sua è una Charity molto popolare e attiva in Inghilterra e a livello internazionale, che insegna una professione nell’ambito dell’enogastronomia e della ristorazione a ragazzi provenienti da situazioni di disagio, tra cui anche la tossicodipendenza. Attraverso la manifestazione enogastronomica “Squisito!”, di cui Fifteen era ospite fisso, Danny è entrato a piccoli passi nelle dinamiche di San Patrignano, ritornando spesso con ospiti inglesi per studiare opportunità di collaborazione, anche nel campo nella vendita dei prodotti in Gran Bretagna.
Per lui è una grande emozione iniziare questa nuova avventura. «Userò la mia esperienza con Jamie – spiega – per aiutare i ragazzi britannici che hanno bisogno e chi vorrà potrà andare in Italia per recuperarsi. La nostra filosofia – ribadisce con piglio sicuro – è usare la comprensione umana laddove si usano solo farmaci contro la tossicodipendenza».

Un sistema individualista
In Inghilterra, la cultura della famiglia e dei legami profondi che genera, non è nota. La società è individualista e, forse per questo, solidarietà, affetto e condivisione tupici del mondo delle comunità, non hanno attecchito. il sistema di trattamento è basato prevalentemente sulla distribuzione di farmaci sostitutivi: metadone e subotex.
Le esperienze simili alla comunità terapeutica – i cosiddetti rehab – sono poche, con programmi di due o tre mesi, e molto care: in linea di massima un trattamento ha il costo di almeno 25 mila sterline l’anno. La British medical association stima in 3 milioni gli utilizzatori di droghe, di cui il 10 per cento è “tossicodipendente problematico”. I costi sociali, relativi soprattutto agli aspetti penali, ammontano alla cifra stratosferica di 16 bilioni di sterline e il consumo di droghe di fascia A, quali cannabis, oppiacei e cocaina, sarebbe aumentato fra i lavoratori del 50% negli ultimi quattro anni.

Un gruppo affiatato
Ad aiutare Danny nell’impegnativo start-up dell’associazione , alcuni ragazzi che hanno svolto il percorso di recupero e, anche grazie al suo apporto e alla rete di conoscenze, hanno trovato una collocazione lavorativa nella capitale inglese. Lorenzo Milanesi è uno di questi. «Ho finito il programma quasi due anni fa e ora mi divido tra la panetteria-ristorante Gail’s Kichen e Fifteen. Qui a Londra – spiega – non si riesce a vivere con un solo stipendio: c’è da pagare la casa, i mezzi di trasporto che sono molto cari e il cibo, magari mettendo da parte qualcosa». Ma il tempo per dare una mano, secondo Lorenzo, si trova sempre: lui conosce perfettamente la logica dei “tossici”, la loro diffidenza e la scaltrezza con cui hanno imparato a sopravvivere, quasi sempre a spese degli altri. Può tranquillamente diventare un punto di riferimento per il gruppo che si sta formando. Mitja, anche lui uscito da San Patrignano da qualche mese fa, ha trovato invece lavoro come giardiniere a Jimmy’s Farm, una fattoria didattica nei dintorni di Londra. Quella che sta imparando, dopo quattro anni di esperienza all’aria aperta nelle vigne della Comunità, è un’attività a dir poco poetica: l’allevatore di farfalle. Sembrerà strano, ma a questo ragazzone sloveno, che è riuscito a lasciarsi alle spalle un passato di droghe sintetiche mandate giù per anni, è un lavoro che piace. Fidanzato con una ragazza che ha conosciuto a San Patrignano e che sta facendo la stagione come gelataia in Germania, aspetta la fine dell’estate per riunirsi a lei: «Non so se qui o a casa in Slovenia – dice – intanto cerco di risparmiare qualche sterlina da mandare ai miei».

Lorenzo e Mitja a sono solo due dei ragazzi di Sanpa che oggi vivono a Londra. Ma ci sono anche Monica, Elvira, Alessandro, Luca e tanti altri: un gruppo di “ex” che rappresenta lo spirito di San Patrignano in terra inglese e che, insieme a Danny, sta dando inizio a una nuova grande scommessa.

L’occasione per riunirsi tutti è il “launch per San Patrignano”, organizzato lo scorso 26 giugno, giornata internazionale dell’Onu contro la droga, nella nuovissima sede dell’Office San Patrignano UK. A mettere a disposizione gratuitamente il locale per questa nuova realtà, Barrel Architects, una società di architetti londinesi che collabora con la Comunità.
Nella nuova associazione, infatti, l’aspetto sociale di luogo d’incontro per le persone che vogliono intraprendere un percorso di recupero in Comunità convivrà con la possibilità di commercializzare sul mercato londinese alcuni tra i prodotti d’eccellenza di San Patrignano. L’obiettivo è la sostenibilità: l’associazione deve trovare il modo di garantirsi una certa autonomia, come è tradizione di tutte le realtà della rete di Sanpa. «Crediamo che questo spazio abbia un grande potenziale nella promozione della Comunità – spiega l’architetto James Burrel – presenteremo i mobili, l’oggettistica, i tessuti ai nostri attuali clienti e siamo convinti di avere delle buone possibilità di successo anche fra i designer londinesi, visto che lo showroom si trova nel centro del quartiere della creatività». Alla serata hanno partecipato, oltre ai ragazzi della neonata associazione, circa un centinaio di ospiti, tra cui esponenti di charity britanniche con la stessa Feefteen e The Clink (vedi box ndr), architetti d’interni e personaggi della comunicazione: «Tutte persone – spiega Danny – che potranno essere utili per sostenere la nostra missione sociale».


2 Luglio 2013
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