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La musica senza età unisce i SanpaSingers all’orchestra Pepita

Proprio con i ragazzi del coro della comunità, i SanpaSingers, ha dato vita a uno spettacolo in cui sono stati eseguiti due brani, l’“Ave Verum Corpus” di Mozart e un estratto dei “Carmina Burana” di Carl Orff. I due gruppi hanno provato separatamente per un paio di mesi, ritrovandosi insieme solo negli ultimi giorni prima dell’esibizione. «La fusione delle diverse esperienze è stata fluida, forse per una sintonia di vedute, umanamente e musicalmente parlando», racconta il direttore dei SanpaSingers Marco Galli. «Inoltre i musicisti sono giovanissimi, hanno otto, tredici anni, e ho visto i miei ragazzi comportarsi con loro come dei fratelli maggiori».

L’Orchestra Pepita

L’Orchestra Pepita è uno dei progetti di Children in Crisis, avviato nel 2008 in una zona periferica di Milano. Nasce ispirata da “El Sistema” di Orchestre Giovanili creato in Venezuela negli anni Settanta dal Maestro José Antonio Abreu, con l’obiettivo sociale di levare dalla strada i ragazzi per qualche pomeriggio alla settimana, facendogli scoprire un altro modo di vivere insieme agli altri, cioè condividendo una passione.

Con la stessa filosofia Pepita è cresciuta, e coinvolge attualmente 51 giovani dagli 8 ai 19 anni, in maniera gratuita. «Chi si avvicina al nostro gruppo non proviene da conservatori o scuole di musica, spesso sono persone interessate a cui noi diamo un’ottima formazione fino al momento in cui sono pronte ad entrare nell’orchestra- racconta la Presidente di Children in Crisis Barbara Bianchi Bonomi – I ragazzi hanno altri progetti di vita, e noi siamo per loro una parentesi importante e inaspettata che gli fa vivere la gioia di una famiglia enorme, unita dallo stesso obiettivo».

L’Orchestra organizza molti concerti, ha suonato al Castello Sforzesco, al Comune di Milano, in vari ospedali. «Il nostro scopo non è creare dei professionisti, ma come in ogni cosa della vita, come fate voi ogni giorno a San Patrignano, puntiamo all’eccellenza», continua Barbara. «I nostri musicisti, nonostante l’età, si impegnano in maniera molto seria, stimolati dal fatto che lo studio del loro strumento non è fine a se stesso, ma è il tassello di un grande puzzle di strumenti che emana un’energia potentissima, così forte che prosegue al di fuori dell’orchestra nei rapporti personali tra i ragazzi».


10 Ottobre 2015
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