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Neve

-Sì, sì. Te lo posso assicurare è così-

-E come faccio a fidarmi, cioè mi stai dicendo una cosa abbastanza assurda,
mi vorresti dire che basta andare ed è fatta!?-

-Esattamente così, nè più nè meno di quello che hai appena detto, basta andare lì ed è fatta, per lo meno così dicono-

-Così dicono?-

-Si, così dicono-

-Non mi convince molto, cioè non stiamo parlando di noccioline Andrea, qua stiamo parlando della nostra vigilia-

-Perché, hai di meglio da fare per caso?-

-No non dico questo ma magari sai, non sarebbe il massimo se ci dicessero di no, tutta quella strada per niente. E poi hai una minima idea di com’è quel posto?-

-Si lo so-

-E come?-

-Sono andato in una associazione fatta apposta per conoscerlo-

-E pensi che loro ti dicano tutto? Sei veramente ingenuo mio caro Andrea. Tu non hai una minima idea di com’è quel posto, sai quanto dura?….. lo sai!….. quattro anni…senti come suona?!-

-Lo sento, ma so anche che qui fuori tra quattro anni non ci arriviamo!-

-Questo lo dici tu-

-Questo lo dico io? Sono due anni che stiamo per strada-

-Abbiamo passato momenti peggiori o sbaglio? Possiamo uscirne in qualsiasi momento, basta volerlo. E poi ti voglio dire una cosa, un mio amico c’è stato.
Mi ha detto che per un anno intero hai uno che sta con te ovunque tu vada, non puoi fumare nè sentire amici o chicchessia.
Ed in più non puoi nemmeno parlare con le ragazze! Anzi. Mi ha detto che non puoi nemmeno guardarle!.
Te l’hanno raccontato questo in quel posto dove stai andando!
E tu vorresti che io venissi con te?!-

-Si, Esattamente. Penso che questa sia l’unica soluzione Tommaso quindi o con me o senza.
Io qui non ci posso più stare ho bisogno di cambiare vita mi dispiace.-

-Tu hai bisogno di uno strizza cervelli te lo dico io! Ma se è così che vuoi fare…prego…accomodati, io resto qua…. –

-…………………..-

Nonostante gli scarponcini sento il freddo, la strada gelida che scricchiola sotto i miei piedi.
Chiedo un’indicazione a un tipo in macchina, abbassa il finestrino squadrandomi e ridisegnandomi a suo piacimento.
–Dov’è SanPatrignano?- chiedo io.
Allunga il dito verso di me come a indicarmi, all’ultimo cambia direzione.
Mi mostra un cartello esattamente dietro la mia testa, una freccia che indica chiaramente la direzione dove devo proseguire. Un alberello verdognolo con su scritto…..

-San Patrignano. Capito dov’è che mi voleva portare quello? È proprio fuori di testa…. Vabbè e dai ci vediamo dopo devo andare… ciao….. ciao-
Era freddo, particolarmente freddo.
Incastro le mani dentro il giubbotto e mi dirigo verso la piazza più vicina, il mormorio della gente in centro, oggi è la Vigilia. Le poche persone rimaste, indaffarate a fare gli ultimi regali.
Mi guardo intorno, la città è piena di ……

Luci, sembrava che fossi arrivato alla meta.
C’è una panchina di fronte a me, una fermata dell’autobus, se lo sapevo l’avrei preso anche io, ma ormai è troppo tardi.
Comincio a sentirmi in difetto, la situazione mi puzza di fatica.
Mi giro, c’è un parcheggio disteso lungo una collinetta di nebbia invernale.
Mi volto ancora, dinanzi a me intravedo dei visi, mi avvicino e scopro che ce ne sono tanti altri, penso che siano tossici.
Guardo attentamente e capisco che no. Non lo sono.
Alcuni piangono, altri pregano. C’è un ragazzo appoggiato ad un palo, lui è uguale a me sembrerebbe.
Ha le mani tagliate dal freddo, non so da quanto tempo è lì, troppo.
Genitori, ecco chi sono quelli.
Si rincuorano tra di loro, una signora appena arrivata mi si avvicina, esordisce in mezzo a quel silenzio nebbioso chiedendomi come poteva fare suo figlio per entrare.
Gli rispondo che non ne ho la minima idea, scoppia a piangere, un’altra signora le si avvicina e la porta via con sè.
Più in là c’è il figlio, una smorta sagoma nebbiosa.
Mi chiede se ho una sigaretta.
Faccio un lungo respiro, intorno a me una dozzina di giacche ferme……

Immobili, la nebbia fredda tagliava i visi.
Uno di fianco a me aveva cominciato a bere nel frattempo che aspettava, beveva, beveva come se avesse paura che quella bottiglia sparisse da un momento all’altro.
Nessuno penso aveva programmi speciali per quella notte magica.
La magia che serviva a noi non casca dal cielo e nemmeno si trova sotto l’albero.
Lo stomaco comincia a giocarmi brutti scherzi.
Una fila scomposta, una decina di persone di fronte aspettavano tutti la stessa persona, tutti lo stesso regalo.
Era un po’ come i bambini con Babbo Natale.
Uno di loro mi si avvicina, è il tipo della bottiglia frettolosa, mi chiede se ho una sigaretta gliela porgo, le sue mani tremolanti l’afferrano e la portano alla bocca.
Non posso fare a meno di guardarlo in faccia, gli occhi sono rossi in tinta con il Natale imminente, gli zigomi appuntiti i denti, o almeno ciò che ne restava, si mostrarono a me.
L’intera bocca era scandita da spazi vuoti e, come se stesse mangiando cioccolata, le gengive nere. Mi sorrise ringraziandomi, mi voltai dall’altra parte.
Do un’occhiata rapida a ciò che provo, meglio di no.
Due persone escono dal vicolo di Babbo Natale, ridono contente del regalo e della magia che gli era stata appena donata.
Mi avvicino a loro chiedendogli……

-Come faccio ad entrare?-
Mi rispondono che devo aspettare e che adesso arriverà qualcuno, il ragazzo dalle mani tagliate era dentro ormai da un’ora.
La forza di volontà di un attimo prima comincia a sfumare, mischiandosi alla nebulosa nebbia.
La paura mi assale, alcuni genitori di fianco a me ridono di gioia, paradossalmente sono contenti di tornare a casa senza il figlio.
Altri piangono ancora, specialmente le mamme, consolate dai padri che, come per istinto, le abbracciano di tanto in tanto, sconsolati da un’incertezza, da un dubbio che scandisce i minuti interminabili che li separano dalla salvezza del figlio.
Perché sì! Solo quel posto potrà salvarlo, come non concedergli questo sogno? Come poter dirgli di no?.
Invece, a qualcuno tra tutti, succedeva.
E all’ora erano pianti e grida, urla e proteste.
Alcuni genitori lasciavano il figlio lì, non per odio ma per incapacità di accogliere in casa un simile dolore.
Altri, in un ultimo gesto, correvano verso la sbarra dicendo…………..

-Ho solo dieci euro, il resto te li do domani…. Dai su ti prego, oggi è la Vigilia-
Lo tenevo tra le braccia come fosse un pacco regalo, non pesava più di un grammo ma non era importante.
Mi diressi verso il parco più vicino, lo stomaco continuava a festeggiare per conto suo.
Il Natale si era portato via con sè il mormorio del centro città.
Intravidi il solito parchetto, sembrava un’oasi termale in mezzo al ghiaccio.
Un sorriso che non ebbi forza di mostrare si protrasse nel mio immaginario, nel frattempo che camminavo aprivo la piccola busta.
Appena la vidi un rigurgito di gioia mi fece piegare all’incrocio della strada di fronte al parchetto. Ritirai su lo sguardo e vidi……

Due sagome che mi facevano segno con la mano di entrare.
Come un insetto notturno mi appiccicai alle luci di quelle stanze vetrate.
Mi infastidivano quei sorrisi, sorrisi ovunque, come se portassi con me chissà quale dono tipo un re magio. Senza però nè oro nè incenso nè mirra .
Il tepore di quelle stanzette mi accarezzava la pelle, stanca del freddo e della solitudine che…..

Mi stava prendendo.
Schiacciava persino la magia che tenevo in mano, era come se non ci fosse più niente che mi tenesse lì, in mezzo al mondo.
In tutto il parchetto c’erano almeno altre……

Duemila persone che parlavano, ridevano, baciavano guance e stringevano mani.
Il tipo di cui mi parlava Tommaso è di fianco a me. Mi “segue”.
Ci sediamo a tavola, un uomo in mezzo alla sala addobbata per l’evento si fa avanti e da tre…..

Colpetti sulla punta della siringa per togliere le bolle.
Mi dimentico del freddo inutile, mi tolgo la scarpa destra e cerco la vena più esposta.
La trovo subito, sembrerebbe il mio regalo di Natale, appoggio la punta e………

Parte una canzone natalizia, c’è un coro proprio di fronte a noi.
Non m’interessa minimamente delle persone che sono di fianco a me.
Un gruppetto di ragazze si divincola per i tavoli gremiti di visi e risa.
Sono vestite da……..

Angioletti nelle vetrine dei negozi che tengono in mano pacchetti regalo dai mille colori.
L’aria si fa vuota, un cartello lampeggiante, farmacia.
Scritto in rosso…….

-Zero gradi- il tipo di fianco a me continuava a ripeterlo.
Guardo fuori dalla schiera di finestre che si trafilavano lungo la sala.
Il vento sembra essere sparito, l’aria non è poi così fredda come si possa pensare alzo…..

Gli occhi verso il cielo silenzioso.
Sento l’aria scorrermi tra le ossa, scuote i pensieri che si….

…incastrano dentro di me, ho paura di quello che sto facendo.
Chiedo di uscire un attimo……

La calma, il suono attutito da un bianco grumolo cascato dal cielo….
Il silenzio, fa fare i conti con i propri ricordi più scomodi, eccoli che arrivano quei pensieri, sono troppi, vanno messi in ordine ma non ci riesco.
Uno per uno, con calma…….ecco…..così……esatto…
Più di sette miliardi di persone, è una cosa strana sentirsi soli in un mondo così popoloso….
Il Natale, una stupida festa consumista…..ho paura di lasciarmici andare alle stupidità o forse le temo? Gli abbracci, le risa, non fanno per me.
Zero gradi, mille pensieri…..
Alzo gli occhi al cielo e al ricordo, cerco uno zampillo di gioia che mi è dentro, mi arrabbio perché non trovo niente…. Proprio mentre cerco disperatamente un motivo per……..

Un freddo bacio dal cielo, apro gli occhi, una distesa di carezze cade senza fretta adagiandosi ovunque….. Se si sta attenti si possono sentire i fiocchi più pesanti spegnersi in un rumore sinuoso, se ci si concentra un attimo si potrà notare come la neve, perché quella altro non è, possa ammutolire i mille pensieri incontrollabili.
Come se, insieme a un pezzo di cielo, portasse via con essa anche un po’ di ognuno di noi, un po’ delle nostre paure e dei nostri sempre più frequenti nervosismi.
Così inutili e così superflui quando poi ci si renderà conto che i nostri problemi, non son altro che nostri e basta; in quanto il mondo prosegue in una perfetta armonia…sì… di tanto in tanto è costretto a farsi cascare un po’ in mezzo a noi per ricordarci tutto questo, ma continuerà a esistere in una melodia che non avrà bisogno di musica nè di strumenti o chissà cos’altro. Provateci, stringetevi forti a chi o cosa vi è più caro, sarà l’odore della pelle che abbraccerete che vi resterà impressa, l’attimo di silenzio che si creerà prima di separarvi che vi farà gorgogliare lo stomaco, il cuore e l’animo di ognuno ……..

Silenzio, ci accompagnerà nei balli più maestosi del nostro essere, partiremo da zero, zero gradi come la…. NEVE

KIDANE


23 Gennaio 2015
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