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A San Patrignano per imparare ad essere buoni genitori attraverso il Parenting Program

Presentati oggi a San Patrignano i risultati del primo storico intervento Parenting Program realizzato in Italia. 42 fra madri e padri che si sono così riscoperti genitori in grado di prendersi cura e crescere i loro figli.

Recupero della persona, della genitorialità, ma soprattutto un aiuto ai figli di genitori tossicodipendenti in percorso. Se San Patrignano da sempre ha offerto aiuto a madri e padri con problemi di dipendenza per riallacciare il rapporto con i loro bambini, d’ora in avanti lo farà secondo un metodo codificato e scientificamente analizzato, con l’obiettivo specifico di salvaguardare i loro figli. E’ giunto a termine in comunità il progetto “Fighting abuse: drug-free happy family”, patrocinato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e supportato da UBS Optimus Foundation, che ha visto la prima sperimentazione italiana di Parenting Program in persone con problemi di dipendenza da droghe, intervento già utilizzato con successo nei paesi anglosassoni per promuovere buone prassi genitoriali e prevenire maltrattamenti, abusi e comportamenti negligenti da parte di quei genitori che la letteratura scientifica indica essere a rischio di condotte parentali negative e talvolta abnormi. A guidare il progetto, il responsabile scientifico professor Roberto Maniglio.

Il metodo

Il Parenting Program è consistito in un intervento terapeutico di gruppo, di natura psicologica, educativa e riabilitativa, con l’obiettivo di portare i genitori ad un profondo cambiamento a livello sia mentale che comportamentale, attraverso la modifica di credenze, atteggiamenti e comportamenti disfunzionali legati al ruolo di genitore e alla relazione genitore-figlio. Si è intervenuti quindi a modificare e annullare quei fattori di rischio più importanti per la messa in atto di comportamenti parentali fisicamente, psicologicamente ed emotivamente maltrattanti e abusanti, nonché di condotte gravemente negligenti.

I passi dell’analisi

Rispetto il processo di analisi, è stato preso in considerazione un gruppo di 63 genitori di cui 17 madri. Seguendo le linee-guida del protocollo sperimentale “randomized controlled trial”, il più rigoroso per la valutazione dell’efficacia di una terapia, la misurazione ha previsto la divisione a caso dei soggetti in due gruppi: il gruppo di studio, che poi ha ricevuto la terapia e il gruppo di controllo, che non ha ricevuto la terapia. Il gruppo di studio sottoposto al Parenting Program ha coinvolto 42 genitori, suddivisi a loro volta in tre sottogruppi. Ognuno di questi è stato seguito da una coppia di operatori, uno psicologo-psicoterapeuta e un operatore-educatore, che sono stati

adeguatamente formati nei mesi precedenti attraverso un corso di formazione organizzato e tenuto a San Patrignano, per un totale di 10 sedute di gruppo nei mesi di ottobre-dicembre.

Entrambi i gruppi sono stati sottoposti a vari test (Parent-Child Relationship Inventory, Parent Opinion Questionnaire, Parental Stress Scale, Parenting Sense of Competence scale, Parenting Scale, Parent Anger Scale, Parenting Self-Agency Measure, SCL-90-R, Set di domande socio-demografiche e storico-cliniche ricavate dalla letteratura scientificai), misurandone le caratteristiche immediatamente prima, immediatamente dopo e poi con un follow-up a distanza di 6 mesi.

I risultati

Le analisi statistiche utilizzate hanno permesso di appurare le differenze genuine tra il gruppo di studio e quello di controllo subito dopo la terapia e anche quelle che si mantenevano a distanza di 6 mesi dalla terapia (tenendo sempre presenti le differenze sociodemografiche, cliniche e familiari iniziali tra i due gruppi presenti prima della terapia, affinché non condizionassero i risultati). Più precisamente, è stata osservata una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi data dal fatto che mentre il gruppo di controllo mostrava livelli sostanzialmente invariati riguardo alle caratteristiche genitoriali misurate, il gruppo di studio, invece, riguardo a quelle stesse caratteristiche genitoriali, mostrava in maniera statisticamente significativa livelli maggiori di caratteristiche positive e livelli minori di caratteristiche genitoriali negative. Più precisamente, a differenza del gruppo di controllo che non mostrava sostanziali cambiamenti nel corso del tempo, il gruppo di studio mostrava tra prima e dopo il parenting program, e ancora a distanza di 6 mesi: maggiore qualità nell’interazione e nella comunicazione tra genitori-figli con più coinvolgimento emotivo e fisico nella relazione e nella cura del figlio; maggiori livelli di soddisfazione e di fiducia nelle proprie capacità nell’esercizio del ruolo genitoriale; minori livelli di stress, di ansia, di frustrazione e di rabbia nelle interazioni con i figli; atteggiamenti più maturi rispetto all’accudimento fisico ed emotivo dei figli; maggiore capacità di mettere in atto strategie educative appropriate, con minore propensione al lassismo e a condotte emotivamente e fisicamente aggressive.

“I risultati di questo progetto hanno una duplice valenza – sottolinea il professore Roberto Maniglio – In primo luogo, a livello clinico, il Parenting Program, così applicato a San Patrignano, risulta essere un vero e proprio trattamento, finalizzato alla cura di aspetti psicologici e comportamentali patologici del genitore nonché alla tutela psicofisica dei figli, esposti al rischio di subire maltrattamenti e violenze. In secondo luogo, il Parenting Program, così ideato per il contesto italiano, costituisce un intervento di potenziale rilevanza a livello giuridico nella prevenzione di situazioni di pregiudizio verso i minori, offrendo la possibilità di recupero della capacità genitoriale e di contributo alla potenziale reintegrazione nella responsabilità genitoriale”.

Alla luce di tali risultati, già da questi giorni il Parenting Program diventa un intervento strutturato nel percorso effettuato a San Patrignano. “Da qui in avanti tutti i genitori che sceglieranno di affrontare un percorso di recupero in comunità saranno sottoposti a questo intervento, volto in primis a salvaguardare il o i figli affinché in futuro non si trovino loro stessi ad affrontare problemi di dipendenza – spiega Antonio Boschini, responsabile terapeutico della comunità – Essendo stata ampiamente positiva la sperimentazione, ci auguriamo possa essere questa una strada importante per diminuire sempre più i casi di ragazzi tossicodipendenti di seconda generazione, un problema che spesso riscontriamo in tanti ragazzi che ci chiedono aiuto, nel 2016 per il 24% dei neo entrati (126 su 517). I primi ragazzi che saranno sottoposti al Parenting Program saranno quelli che sono rimasti esclusi e che hanno fatto parte del gruppo di controllo”.

Il plauso alla sperimentazione è arrivato anche dal dottor Antonio Di Gioia, presidente dell’ordine degli Psicologi della regione Puglia e afferente al tavolo tecnico minori e famiglia del Consiglio nazionale dell’ordine degli Psicologi: “L’ordine degli Psicologi è attento a tutte le iniziative volte a migliorare il benessere psicofisico di minori e famiglie, in particolare agli interventi supportati da solida base scientifica. È, pertanto, doveroso promuovere la diffusione tra i colleghi di strumenti come il Parenting Program, applicato per la prima volta in Italia a San Patrignano con così lodevoli risultati, nonché l’utilizzo di nuovi strumenti diagnostici come i 7 test sulla genitorialità introdotti nel contesto italiano.”

 


22 Novembre 2017
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