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San Patrignano: «Saviano pensi ai giovani e non alla legalizzazione»

Siamo stanchi di sentire Roberto Saviano pontificare sul tema della legalizzazione.

un ritornello che di tanto in tanto torna a ripetere sui media nazionali, strumentalizzando di volta in volta i fatti di cronaca del momento.

L’ultima occasione, oggi su L’Espresso, dove partendo da un articolo di Kofi Annan sul problema del narcotraffico nell’Africa Occidentale, è tornato a sostenere la liberalizzazione.
Peccato che lo stesso ex segretario generale abbia proposto una politica molto simile a quella attuata in Italia, con possibilità di strutture e programmi di trattamento per i tossicodipendenti, personale qualificato, per gestire e monitorare l’uso di sostanze.
Questo senza tralasciare la necessità di perseguire i trafficanti di droga.

E’ impensabile credere alla legalizzazione come soluzione al narcotraffico

Siamo convinti che Saviano sappia benissimo che la legalizzazione non comporterebbe nessun effetto concreto sul narcotraffico, che proseguirebbe indisturbato a fare affari su altre sostanze, sulle persone più fragili, sui minorenni.

Diversamente, saremmo costretti a ritenere Saviano un “dilettante di criminologia” come Paolo Borsellino definiva chi pensava alla liberalizzazione come contrasto alla mafia.

Non smetteremo mai di stupirci di come un uomo, che ha avuto la sensibilità e il coraggio di denunciare la camorra, oggi proponga lo Stato come concorrente alla criminalità nello spaccio della droga e non si ponga minimamente il problema dei nostri giovani e della mancanza di riferimenti per essi.
Pur sapendo quale grande influenza ha una figura come la sua, continua a diffondere irresponsabilmente idee permissiviste, senza pensare ai problemi sociali derivanti.
Siamo certi che Saviano sappia bene quali danni la cannabis può provocare sui giovani, eppure non ne fa minimamente cenno. Perché?
La stessa legalizzazione del gioco d’azzardo dimostra, con tre nuovi malati di gioco al giorno, quanto questa strada sia perdente.

L’Italia non è il paese della repressione, bensì il Paese delle risposte educative.
Ne possediamo una ricchissima esperienza, ormai storica e riconosciuta nel mondo.

In Italia molti, tra cui anche Saviano, stanno sprecando un sacco di energie parlando di legalizzazione mentre dovrebbero confrontarsi ed auspicabilmente unirsi a chi si occupa di recupero e prevenzione, cioè del vero contrasto al problema, avendo a cuore l’unica vera priorità, i giovani.


20 Settembre 2014
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