In questa occasione, Pieretti ha detto la sua in merito alle politiche italiane di lotta alle dipendenze. «Le spese per la prevenzione e di finanziamento alle comunità terapeutiche devono essere considerate come un investimento da parte dello Stato, poiché gli attuali costi che ruotano intorno alla questione della tossicodipendenza, sanitari, di applicazione della legge, di detenzione, sfiorano i 30 miliardi, incidendo pesantemente sul bilancio statale».
Pieretti ha contestato inoltre l’eccessiva e forse inopportuna responsabilità data in Italia alla sanità nella risoluzione del problema della dipendenza da sostanze: «La tossicodipendenza non è una malattia, non è cronica, non è recidivante. Lo dico perché conosco persone che da essere dipendenti si sono completamente reinserite nella società, come un mio collega che dopo un passato di droga, ora è uno stimato professore Ordinario all’Università di Bologna».
Fra le criticità da lui evidenziate, la mancanza di un coordinamento nazionale rispetto l’accreditamento e la disparità fra le rette delle comunità, «che porta il Lazio ad avere un fondo di 37 euro giornalieri per ciascun ospite delle strutture terapeutiche (32 euro il costo di permanenza per animale nei canili), rispetto ai 150 erogati in regioni del nord Italia. Una politica che incide sulla qualità dei servizi».