IN ANTEPRIMA NAZIONALE ALLA 54° EDIZIONE DEL GIFFONI FILM FESTIVAL
“SOSPESI”
IL PRIMO FILM SCRITTO, DIRETTO E INTERPRETATO
DAI RAGAZZI E DALLE RAGAZZE DI SAN PATRIGNANO
Prodotto da VERA Film e San Patrignano, in collaborazione con Giffoni Film Festival, il film nasce nell’ambito del SanPa Cine Lab, laboratorio di cinematografia sperimentale diretto da Paolo Ruffini, realizzato dentro la comunità da gennaio a maggio 2024
In anteprima nazionale assoluta, debutta alla 54° edizione del Giffoni Film Festival, “Sospesi”, il primo film scritto, diretto e interpretato dai ragazzi e dalle ragazze di San Patrignano. Prodotto da Vera Film e San Patrignano, in collaborazione con Giffoni Film Festival, il film nasce nell’ambito nel progetto SanPa Cine Lab, laboratorio di cinematografia sperimentale diretto da Paolo Ruffini, che per cinque mesi ha insegnato ai partecipanti i fondamentali del linguaggio cinematografico e le tecniche di base di filmmaking, fornendo loro tutti gli strumenti per realizzare un vero a proprio corto d’autore.
Un intenso percorso, nato con l’obiettivo di permettere ai partecipanti di esplorare nuovi modi per ascoltarsi ed esprimersi attraverso un mezzo estremamente evocativo come il cinema, che ha coinvolto 28 persone in percorso a San Patrignano, divise in due classi: quella degli “attori” guidata dal docente di recitazione Gabriele Colferai, e quella dei “pensatori” guidata dal docente di sceneggiatura Stefano Ascari. Nella fase di shooting il gruppo di lavoro si è esteso a una sessantina di persone, che hanno ricoperto e firmato tutte le figure professionali della filiera produttiva, dalla regia alla fotografia, dalla produzione alla recitazione, fino al trucco e ai costumi, coadiuvate dalla troupe esterna di Vera Film e da quella tecnica di Morgana Studio, entrambe in ruoli di supporto alla troupe principale.
“Questa è la vera anomalia, la più incredibile, rispetto ai laboratori che sono stati fatti altrove – racconta Paolo Ruffini, direttore del SanPa Cine Lab e produttore del corto con la sua Vera Film – Anomalia è proprio il fatto che tutte le figure professionali sono state ricoperte da ragazzi e ragazze che sono in percorso. Il direttore fotografia del corto si chiama Valentino ed è un ragazzo di vent’anni che vive qua. In altri ambiti, prima di muovere la macchina da presa passano due anni. Qua è successo tutto nell’arco di cinque giorni. E questa cosa, combinata con una serie di alchimie che esistono solo a San Patrignano, ha reso possibile la magia”.
Il risultato è una produzione cinematografica unica che è stata scritta, realizzata e interpretata dalle persone della comunità, e girata interamente all’interno di San Patrignano: 17 location tra cui un palazzetto per l’equitazione, una piscina semiolimpionica, un teatro, l’immensa sala da pranzo, la lavanderia, il canile, il deposito del fieno, e ancora, le vigne, gli allevamenti, il laboratorio delle decorazioni, hanno fatto da sfondo alle riprese che hanno coinvolto circa 800 comparse, tutte appartenenti alla comunità, in più di 60 scene per un totale di oltre 330 ciak battuti. Una macchina produttiva immensa, paragonabile alle grandi produzioni cinematografiche, resa possibile dall’insostituibile supporto – fisico, artistico, tecnico – di tutta la comunità San Patrignano.
Alla sceneggiatura hanno lavorato tutti i ragazzi del corso, decidendo insieme di non raccontare storie di droghe o di dipendenza ma di mettere in scena spaccati evocativi della loro vita attuale. Il risultato sono quattro storie d’amore incrociate, quattro storie che ruotano attorno al concetto della sospensione dell’amore, come momentaneamente sospesa è la vita all’interno della comunità. Il titolo “Sospesi”, dal forte valore metaforico, evoca infatti aspetti connessi alla vita all’interno di San Patrignano, una collettività di persone che, per il proprio bene, ha scelto di mettere in pausa la propria ordinarietà, abbracciando un percorso di riscatto sociale e umano. Un percorso che, per il suo corretto svolgersi, implica una momentanea sospensione di tutto ciò che scandisce la quotidianità dei singoli, a favore e a servizio di una quotidianità diversa: quella della comunità.
Il film, della durata di 45 minuti – è girato interamente in bianco e nero, e ancora una volta la decisione è stata dei ragazzi e delle ragazze di San Patrignano. Una restituzione iconografica delle emozioni che il titolo può solo evocare: sospensione, transitorietà, dualismo.
“Qui c’è un senso di umanità, di solidarietà, di unione, di partecipazione, di rispetto per il lavoro proprio e degli altri che non trovi da nessuna parte. Noi abbiamo trasferito questa attitudine al mondo del cinema, nel quale vigono regole analoghe, però con un plusvalore dato dalla spontaneità, dalla bellezza, dalla verità. Un valore, quasi una sacralità, che io non sono abituato a vedere in tanti altri ambienti. C’è una cosa che mi commuove a pensarci. Il motivo di tutto ciò. Quando mi chiedono: “Perché hai fatto questa cosa?”. Il motivo è questo: lo faccio perché è esattamente il lavoro che vorrei io. È ciò che cerco in ogni in ogni cosa che faccio. Qualcosa che non ho mai trovato. Questo restituisce a pieno il senso della parola “comunità”. Ovvio, è molto complicato parlare di questo posto: a chi viene da fuori, chiedo sempre “Perché lo devi capire?”. Le cose più belle della vita non si capiscono: si abbracciano, si accolgono. La cosa incredibile rispetto al sistema SanPa è che qui si può produrre qualcosa di valoriale, qualcosa che ha a che fare con i sogni, con il cinema, con la bellezza e con la comunicazione di valori importanti” conclude Ruffini.
“Un progetto in cui i nostri ragazzi e le nostre ragazze hanno messo anima e cuore – racconta la presidente di San Patrignano Vittoria Pinelli – Si sono gettati in questo progetto con entusiasmo ed enorme energia, scoprendo talenti e qualità che non tutti loro sapevano di avere. Nel pieno spirito della comunità è stato loro chiesto di mettersi alla prova, di fare gruppo per un risultato che sarebbe dipeso non dall’impegno di un singolo, ma dall’insieme delle loro forze e il risultato è stato davvero incredibile, sia dal punto di vista dell’affiatamento del gruppo e della disponibilità di ognuno, che per la realizzazione finale”.
Il film sarà presentato in anteprima nazionale al Giffoni Film Festival martedì 23 luglio alle ore xxx in Sala Truffaut.
“SOSPESI” (Italia, 2024, 45’) è una produzione Vera Film e San Patrignano in collaborazione con Giffoni Film Festival e con il supporto tecnico di Morgana Studio. Scritto, diretto e interpretato dagli studenti del SanPa Cine Lab, laboratorio di cinematografia sperimentale diretto da Paolo Ruffini.
Prodotto da Paolo Ruffini. Regia di Fabio Guerra e Tonya Korosteliev.
SINOSSI
Nel misticismo sciita esiste uno spazio tra l’intelligenza e i sensi, tra l’immaginazione e l’esperienza. Chi lo attraversa vive in una condizione in cui coscienza e realtà si penetrano, spalancandosi alla totalità che insieme le identifica e le attraversa. È un luogo dell’anima, nel quale si realizza un passaggio di consapevolezza. È chiamato Hurqalaya: il regno delle forme sospese.
Questo luogo esiste davvero, è fatto di vigne e viali alberati, di figli, di madri, di silenzi inespugnabili, di perdono, di cani, di supereroi, di tavole sparecchiate, di un valzer che danzano.
Questo luogo è fatto di persone e vite, che si intrecciano, si svelano, e vogliono raccontare sé stesse attraverso il filo che le lega, alla vita come al cinema: l’amore.
Questo luogo è la Comunità San Patrignano: il regno delle forme sospese. Dell’amore.
Un amore raccontato da chi lo vive, chi lo aspetta, chi lo ha dimenticato, chi lo impara per la prima volta o ancora, l’amore in quattro storie.
L’amore che un ragazzo non ha mai conosciuto, pur conoscendone il tormento della mancanza, che arriva a segnare una giovane vita da una rabbia profonda, dietro cui si cela una straziante solitudine. Per tradurre quella mancanza in qualcosa di bello non si ha bisogno di altro che di qualcuno che gli insegni a crederlo possibile.
L’amore per stesso, quello che un ragazzo ha sepolto sotto i suoi abiti consumati e i suoi sentimenti stropicciati, o forse il contrario, ma come si impara ad amare qualcuno che non crede di meritare nemmeno di avere un nome? L’amore si impara solo con l’amore di qualcuno che ti assomigli, che ti sappia leggere dentro, che diventi lo specchio per vedere sé stessi.
L’amore degli innamorati, S. e S., le cui iniziali abbracciate creano il simbolo dell’infinito, come infinita è l’attesa del loro amore che non può abbracciarsi, nemmeno sfiorarsi, ma che da sola basta a sognare, perché permette di dare valore alle piccole cose, quelle invisibili agli occhi di chi l’amore non ce l’ha.
L’amore assoluto, indecifrabile, denso e puro come quello del sangue. L’amore che semplicemente è, che nulla può cambiare, nemmeno la colpa, nemmeno l’odio, nemmeno il dolore. L’amore che risiede nel perdono, nell’eternità, nell’appartenenza. L’amore che non contempla errori e che supera il tempo: l’amore di una madre.
SOSPESI etimologicamente significa “presi in alto”.
Come qualcosa che galleggia a mezz’aria, come le nuvole.
Le persone a Sanpa sono come nuvole. Trattenute a non cadere.
E come le nuvole si trasformano e si preparano a tornare nel mondo dove gli altri li aspettano, quello da cui erano venute.
Tornano con ferite nell’anima e futuro negli occhi.
Ma il passaggio è lento, difficile, importante: realizzano ciascuna la propria sintesi di consapevolezza, tra realtà e coscienza.
Non sono attraversate dal tempo ma lo attraversano.
A San Patrignano. Il loro Regno delle forme sospese.