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Un grande amore

Chi non ha mai sognato l’amore perfetto? Quell’amore unico e indimenticabile di chi ti capisce solo con uno sguardo, quella persona che vive per te e tu fai altrettanto, che non ti fa sentire mai sola e sempre protetta: il vero amore.

Lo sognava anche Michela. Lo sognava sempre.
Michela era una grande sognatrice. Una bambina tanto, ma tanto sensibile. Lo pensavano tutti. Genitori, parenti, amici.
Ma le cose non sono andate come avrebbe voluto lei.
A cinque anni Michela si trasferisce dai nonni, in uno dei quartieri più brutti della sua città. Non è facile vivere lì, devi farti rispettare fin da piccola. Devi dimostrare di essere una tosta, una dura, una che non ha paura di nulla e non dice di no a niente. Michela non è così, ma gli altri, nessuno deve accorgersene.

Cresce nelle strade, assieme a ragazzini della sua età, ma anche più grandi di lei. Fuma, beve, inizia con le canne. Lo fanno gli altri, lo fa anche lei. Lei è una tosta, lei non dice no.
I ragazzi non le mancano, è una ragazza bellissima e solare. Molti le fanno il filo. Le attenzioni, gli sguardi le servono a coprire quel vuoto che aveva dentro, a non sentirsi sola…
Ma in quel mondo dove era capitata per sbaglio se non ti drogavi non eri nessuno, così per sopravvivere comincia a farlo anche lei. Le canne che l’aiutano a mantenere più salda la sua maschera da dura, fino ad arrivare a 15 anni a farsi la sua prima fumata di ero. Così trova la sua droga. La droga che le fa andar via il senso di ingiustizia per tutto ciò che le accade attorno, che non la fa soffrire e poi… non ha altro modo per sopravvivere.
La sera del suo 17esimo compleanno incontra un ragazzo.

Era disperatamente alla ricerca della roba e lui ce l’aveva, era sempre stato innamorato di lei. Con il tempo aveva acquisito un nome nel quartiere, era rispettato da tutti, era forte, simpatico, all’apparenza un ragazzo invidiabile, così lei finì per innamorarsi di lui, o meglio della figura che lui rappresentava.
Ma dietro la bella facciata si nascondeva un’altra persona, ‘un mostro’ che mai avrebbe immaginato di incontrare. Segno così l’inizio del suo inferno.
Lui cominciò presto ad avere manie ossessive su di lei, convinto che lei lo tradisse cominciò a picchiarla, pedinarla, rinchiuderla, fino a costringerla ad una vita segregata in casa, dipendente da lui. Non aveva più amicizie con nessuno, non poteva parlare con chi lui non conosceva, non poteva più vivere. E la cosa peggiore è che tutto ciò lei se lo faceva andare bene.

Era disposta a scendere a questi compromessi in cambio della protezione che lui gli dava, quando girava per strada tutti sapevano che lei era la sua donna e nessuno osava sfiorarla, ignari di tutto il degrado e la sofferenza che c’era dietro.
È allucinante in che modo una persona riesce ad annientarsi per quanto poco valore si dà, per quanto grande è il varco di vuoto e solitudine dentro di lei, per quanto continua a fingere una persona che realmente non è, nascondendo i propri sentimenti perché ritenuti troppo fragili, puri, deboli, dimenticando che solo nell’umiltà di riconoscere le proprie debolezze si trova la forza di affrontarle.

Michela ce ne ha messo di tempo, ma è riuscita a staccarsi da lui, dalla droga e soprattutto da quella persona che aveva finto di essere. Per tanto, troppo tempo.
Dopo anni di dolore, Michela ha trovato il coraggio di reagire e scappare. Scappare da lui ma trovando davanti a se un ostacolo molto più grande: l’affrontare se stessa. Non è stato facile. Ma lo ha fatto e continua a farlo tutti i giorni a testa alta.
Troppo a lungo si è nascosta dietro un rapporto di estrema dipendenza che la distruggeva, ma era l’unico modo che conosceva per sentirsi qualcuno, incapace di vedere la sua enorme bellezza interiore.

Ora Michela ha ricominciato a sognare. Sogna una casa, una carriera, una famiglia e… un uomo che quando torna a casa la sera le chiede “com’è andata oggi amore?”, guardandola negli occhi e facendola sentire viva, amata e soprattutto rispettata.


23 Maggio 2012
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