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Una città verso il baratro

Sembra che l’unico modo per divertirsi e per stare insieme sia da “sballati”. E’ una rincorsa senza fine verso emozioni sempre più forti, intense, ravvicinate. Peccato siano finte, artificiali e terribilmente pericolose. Ormai, chi non riesce a divertirsi e stare insieme con gli altri senza ridursi a uno straccio, è uno sfigato, un poveraccio. Abbiamo convinto la gente che sia sufficiente maneggiarle con cura cocaina e alcol, non superare una certa dose, per passare una serata alla grande. Invece, non è una questione di quantità. I cocktail micidiali di pillole, alcol, droga e anabolizzanti ingurgitati tranquillamente da migliaia di persone, ti portano ogni volta su un confine da cui non c’è ritorno. Ti capita, anche se sei giovane, forte e ti senti invulnerabile e ti hanno pure convinto che non stai facendo niente di strano. Anche se sei convinto che tu di coca ne snifferai solo qualche grammo e che a te non succederà mai niente di male. Siamo circondati da una schiera foltissima di personaggi di tutte l’età, che sniffano in allegria dai 12 ai 60 anni, pronti a barare con la propria vita solo per illudersi di avere qualcosa in più. Un risultato agonisticamente importante, un successo nel lavoro, il divertimento, sentirsi simpatici o brillanti, valgono l’utilizzo di qualsiasi droga. Costano poco, le trovi ovunque e poi lo fanno tutti e nessuno ti dice niente se le usi. Così, fingiamo di indignarci o di sentirci coinvolti solo quando il titolo di un giornale ci riporta alla realtà. Ci parla dell’ennesima morte, com’è avvenuto in questi giorni nella nostra città. Dal giorno dopo tutto riprende come prima e, magari, corriamo a iscriverci alla corsa dei “ciclobeoni”, nuova proposta turistica e culturale della Riviera anch’essa ampiamente descritta nelle cronache giornalistiche di ieri. C’è solo un problema: così andiamo al massacro di noi stessi e degli altri.

Andrea Muccioli


10 Agosto 2010
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