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Zero Gradi: il divertimento senza sballo

Luca si avvicina al bancone. C’è un sacco di gente, ma tra una gomitata e l’altra riesce a farsi spazio. Il tagliandino della consumazione è un po’ stropicciato, ma fa niente. A ballare in quel modo gli è venuta una gran sete, vuole bere. La musica è assordante e il barman nemmeno se lo fila. Allora Luca si allunga un po’ sul bancone per farsi notare. Ma quello niente. Continua a far volare quell’aggeggio in aria a ritmo di musica. Perché in questo locale anche i barman devono essere strafighi. Sembra quasi che la loro funzione non sia solo quella di rifocillare di liquidi gli assetati ballerini, ma quella di mostrare tutte le ore di palestra di cui hanno beneficiato i loro bicipidi.

Ma Luca ha troppa sete. Deve bere o muore. Allora si concentra per catturare lo sguardo di uno dei due giocolieri e appena il biondo, quello specializzato nei mojito, lo sfiora con gli occhi, gli grida “Succo d’ananaaaaaassssssssssss”. Grida Luca. Un po’ troppo forse perché, come per magia, sembra che tutto si paralizzi. Il barman lo fissa con occhio sgranato e tutti i suoi vicini di bancone si girano a guardarlo. Un’occasione così non si può perdere, si deve vedere in faccia chi è quel bamboccetto che in discoteca si beve un analcolico. La musica continua assordante, ma a Luca sembra arrivare da molto, molto lontano. Si sente uno scemo, uno stupido, un deficiente. E quando scattano le risatine vorrebbe farsi piccolo piccolo per essere risucchiato da una cannuccia. E sparire. Ma lui ha sete cavolo. “Eh si vabbè, un succo d’ananas ho detto, e allora?”.

Tutto riprende. La musica è di nuovo vicina, l’onda dei ragazzi che ballano ricomincia a muoversi, i gomiti continuano a spingere e il barman, il biondino, parcheggia il succo d’ananas davanti a Luca, con tanto di ombrellino, bordo bicchiere intriso di lime e zucchero, uno spicchio di ananas che troneggia dall’alto. Luca consegna la consumazione, beve tutto d’un fiato, si gira e torna in pista. A Luca piace un sacco ballare. Anche il succo d’ananas. E se lo è bevuto. Che problema c’è?

C’è che oggi succede proprio così, se vai in discoteca e non bevi qualcosa di forte, non sei come gli altri o se al parchetto uno tira fuori una canna e tu non fai due tiri, non sei tranquillo. Se poi ad un rave non ti cali almeno una pasta, ma che ci vai a fare? E se vuoi far colpo su quella ragazzina tanto bella e piena di soldi, magari se tiri di coca ai suoi occhi sei più figo, tanto se poi non vuoi farti beccare, se non vuoi fare vedere quanto sei schizzato, basta fumare un po’ di eroina e ti calmi subito.
In pratica, se non sei almeno una di queste cose, rischi di assicurarti a vita il marchio di sfigato.

A qualcuno questa storia non va giù. Luca, Martina e Nicolò decidono di aprire la prima discoteca ‘analcolica’ a Padova, nella loro città. Una domenica pomeriggio da urlo all’East Style e all’ingresso c’è una gran fila.
Tre quindicenni in trincea per far sentire la loro voce, per dire che si può essere in gamba anche restando lucidi, che ballare è bellissimo anche se non ci si bombarda la testa con alcol e altro. E proprio da questi tre ragazzi nasce l’idea del progetto “Zero Gradi”, appoggiato e sostenuto dall’Associazione Mappaluna di Padova e dal suo fondatore Norino Romito.

“Se aspettiamo sempre che le idee vengano dai grandi, o dall’alto, o dalle istituzioni, stiamo freschi”, racconta Luca. “Le iniziative dovrebbero nascere sempre più spesso da noi giovani. Perché tanto è me che prendono in giro se bevo un succo, mica il ministro tal de tali. Siamo noi che veniamo indicati come deficienti perché non ci piace sballare, mica gli altri”. “Noi vorremmo far capire che oggi i veri tosti sono quelli che sanno dire di no”, si immette Martina nella conversazione, ”lo sballo non è l’unica alternativa per divertirsi. Se ci riusciamo noi, perché non possono gli altri?”. E arriva anche Nicolò “Se i locali e/o i luoghi di ritrovo di noi giovani non ci aiutano a sfatare questo luogo comune e non si danno da fare per lanciare iniziative ‘positive’, è dura”.

E allora via con le danze. La prima domenica ha visto oltre 200 ragazzi in pista sotto la musica selezionata da due grandi dj come Ricky Le Roi e Gigi D’Agostino e un gran via vai di tv e giornalisti che hanno seguito l’evento.
Un’iniziativa nata da un gruppo di ragazzi e dalla consapevolezza di Romito: per i ragazzi tra i 12 e i 16 anni mancano momenti e luoghi d’aggregazione. Troppo grandi per partecipare ad attività ludico creative, troppo piccoli per frequentare il mondo dei “grandi”, di quelli che stanno per diplomarsi o per prendere la patente. Una zona d’ombra si potrebbe definire, un limbo in cui troppo spesso si manifesta l’infelicità di essere adolescente.

“Zero Gradi” è un progetto alternativo, la possibilità per gli adolescenti di crearsi un mondo su misura per divertirsi senza trasgredire.
Noi di Drugs Off abbiamo intenzione di seguire da vicino Zero Gradi e chi lo sostiene. Scendendo in pista con loro per vedere cosa succede quando tra musica e giovani non si insinua alcuna sostanza. Vi terremo aggiornati.


31 Marzo 2009
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