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In Difesa del Dipartimento antidroga – Lettera aperta alle Istituzioni

Siamo un folto gruppo di Comunità, Associazioni di Volontariato e Società Scientifiche e Professionali che operano nel campo della tossicodipendenza, sia nel settore della prevenzione sia che in quello del recupero e del reinserimento sociale e lavorativo.

A nostro giudizio la vera innovazione nel campo delle tossicodipendenze è quella di dare continuità e progressivo sviluppo alle azioni e alle strategie intraprese negli ultimi anni.
Per troppo tempo, infatti, l’intero sistema preventivo e riabilitativo ha subito discontinuità e perdite di efficienza a causa di influenze ideologiche e di schieramento partitico, che nulla o poco hanno a che vedere con gli interessi delle persone più fragili e, in particolare, dei giovani.

Da qualche anno, a nostro avviso, questa serie di criticità sono state in parte superate, dando luogo alla costruzione di azioni ed interventi sempre più ragionevoli e coordinati con le politiche e le strategie europee. Ciò ha portato ad iniziative più stabili ed efficaci, perché basate su un approccio finalmente centrato sulla persona e sul suo recupero e non sulla convivenza e cronicizzazione della tossicodipendenza.
A ciò va aggiunto il continuo confronto, messo in atto da alcuni anni, con le principali istituzioni scientifiche internazionali, volto a fornire evidenze chiare sui gravi danni sanitari e sociali provocati dall’uso di droghe.
Crediamo che la continuità e lo sviluppo, nella strategia e negli obiettivi, nel campo del contrasto alla tossicodipendenza siano fondamentale. Ciò non significa tuttavia che non siano auspicabili anche importanti miglioramenti.

Non vogliamo un ritorno al passato ma continuare ad andare verso il futuro, rafforzando gli interventi e le azioni già in atto e guardando avanti con spirito di innovazione e miglioramento.

Ecco perché è auspicabile che in Italia si continui a supportare il “nuovo corso” attivato da qualche anno, che contrariamente ai precedenti non è stato condizionato da approcci ideologici e politicizzati, perseguendo con determinazione le strategie e gli interventi antidroga fino ad oggi attivati.
Alcuni indicatori, tra l’altro, evidenziano risultati positivi anche se sempre migliorabili, e le iniziative messe in atto sono state di ispirazione anche per il nuovo piano di azione europeo.

Va dato atto dello sforzo fatto in questi anni dal Dipartimento per le Politiche Antidroga per far sistema e per valorizzare tutte le varie realtà operanti sul territorio.
In questo tempo, infatti, il Dipartimento ha creato una serie di network nazionali, sia di intervento che di ricerca scientifica, che hanno saputo sviluppare collaborazioni e coordinamenti trasversali a vari livelli come mai prima era stato fatto.
Sono state coinvolte tutte le comunità terapeutiche creando Comunitalia e moltissimi Sert hanno partecipato ai progetti nazionali.
Sono state, inoltre, elaborate e diffuse preziose linee guida e di indirizzo sia nel campo della prevenzione precoce che della riabilitazione e, soprattutto, sono stati varati e finanziati oltre 350 progetti che hanno coinvolto oltre 300 organizzazioni pubbliche e del privato sociale.

L’approccio scientifico è stato la base di partenza ed è stato apprezzato anche dalle maggiori società scientifiche italiane oltre che dalle organizzazioni internazionali più importanti in materia di droga (Nazioni Unite, Unione Europea, NIDA ecc.).

Per quanto riguarda poi la prevenzione, sono nati per impulso del Dipartimento ben 19 siti internet informativi orientati soprattutto alla comunicazione verso i giovani ma anche verso insegnati e genitori, che hanno dato origine ad una nuova e più adeguata (oltre che meno costosa) modalità comunicativa, sorpassando le vecchie campagne basate su slogan generalisti trasmessi solo da giornali e tv.
Oltre 3 milioni di contatti all’anno e oltre 800.000 visitatori testimoniano efficacia e gradimento di queste iniziative.

Finalmente nelle campagne di prevenzione sono stati coinvolti anche i Comuni, condividendo con loro e l’ANCI un’importante campagna nazionale (sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica) con lo slogan “chi compra droga finanzia le mafie, le loro violenze e il terrorismo”.
Sono state quindi realizzate campagne informative in rete con l’utilizzo di bassissime risorse che hanno portato, rispetto a quelle fatte nel quinquennio precedente, a risparmi di milioni di euro.

Il grande impegno e lavoro fatto da tutti, (regioni, amministrazioni centrali, DPA, comunità terapeutiche, associazioni del volontariato, Sert ecc.) hanno portato in questi anni a contenere e ridurre il fenomeno, come è ben stato dimostrato dai dati epidemiologici e da vari studi scientifici, con diminuzione generale dei consumi di droghe, dei morti per overdose, della diffusione delle infezioni droga correlate, alla diminuzione del numero di persone tossicodipendenti entrate in carcere ed anche l’incremento dei percorsi riabilitativi grazie alle alternative di pena. Ovviamente, è fondamentale non abbassare la guardia e rinforzare il nostro grado di coordinamento e di azione.

Il sistema dei Servizi pubblici può contare su 664 Sert e oltre 1000 comunità terapeutiche.
Esso deve essere sostenuto e valorizzato, soprattutto anche per il recupero, mediante misure alternative, di quei tossicodipendenti che per spaccio di droga sono finiti in carcere. Bisogna sicuramente incrementare l’uscita dal carcere di queste persone e il loro inserimento in terapie alternative e per questo è necessario l’impegno di tutti ma soprattutto delle Regioni.
L’utilizzo delle misure alternative è ancora troppo poco diffuso e può sicuramente essere implementato, visto i buoni risultati che si ottengono.

Le strategie messe in atto dagli ultimi governi si sono dimostrate vincenti perché continuative, basate anche su interventi di riduzione dei rischi e dei danni, e nel contempo volte a valorizzare soprattutto il recupero e il reinserimento sociale e lavorativo delle persone tossicodipendenti.
Chi afferma il contrario lo fa volendo negare l’evidenza.
Sulla base delle considerazioni esposte al nuovo Governo

SI CHIEDE:

che si dia continuità al percorso innovativo e di respiro europeo iniziato dal DPA che ha portato finalmente a nuovi orientamenti operativi sulle tossicodipendenze, e su altre forme di dipendenza come il gioco d’azzardo patologico, basati sia sulle evidenze scientifiche che su un approccio orientato al rispetto e alla valorizzazione della persona, proponendo e promuovendo in primis il suo recupero e reinserimento sociale e lavorativo;

che, alla luce dei buoni risultati ottenuti e degli accreditamenti nazionali e internazionali esistenti, si assicuri la piena attività nel prossimo futuro al Dipartimento per le Politiche Antidroga dell’attuale direttore dottor Giovanni Serpelloni.
Ciò costituisce garanzia irrinunciabile per il perseguimento della via intrapresa nel promuovere un maggior coordinamento tra i vari ministeri e, soprattutto, con le Regioni a volte assenti e scollegate sia dalle politiche nazionali che europee;

che le politiche e le strategie che verranno continuate e promosse tengano in forte e primaria considerazione la prevenzione precoce ed il recupero totale e il reinserimento sociale e lavorativo delle persone tossicodipendenti, aiutando e sostenendo le loro famiglie ad affrontare il problema.
È necessario andare oltre la semplice logica di riduzione del danno e/o cronicizzazione della persona con programmi di sostituzione farmacologica senza fine.
Anche il loro costo economico è insostenibile. Bisogna puntare a risolvere il problema della dipendenza offrendo percorsi più orientati alla vera riabilitazione e al recupero integrale delle potenzialità e del futuro dell’individuo.
Occorre anche favorire la libera e rapida scelta del luogo e del metodo di cura della persona verso percorsi sempre più virtuosi, di libertà e non cronicizzanti. Nessuna società civile può permettersi di perdere risorse umane e giovanili cosi importanti sacrificandole sull’altare della droga o del falso diritto di drogarsi ed autoannullarsi;

che venga riconosciuto, alla luce del nuovo Piano di Azione Europeo e della strategia UE, che il Piano di Azione Italiano Antidroga ha precorso i tempi e ha portato con tre anni di anticipo l’attuale modello Europeo nel nostro Paese.
Prima in Europa l’Italia ha depenalizzato l’uso di sostanze stupefacenti, evitando così la criminalizzazione dei tossicodipendenti, al contrario di paesi come la Francia, l’Inghilterra, la Germania ecc. dove ancora oggi il solo uso di droghe è considerato reato e non illecito amministrativo, come nel nostro Paese;

che non si imbocchi e si rifiuti decisamente la strada della legalizzazione della cannabis e tantomeno delle altre droghe che comporterebbe un aumento esponenziale dei consumi introducendo gravi problematiche di sanità pubblica, di compromissione della salute mentale e fisica e di sicurezza sociale per terze persone.
È necessario invece che vengano implementate campagne d’informazione per rendere sempre più consapevoli soprattutto i giovani della necessità di conservare la loro salute fisica e mentale e che con l’acquisto di droghe ci si rende responsabili in prima persona di finanziare le mafie, le loro violenze e il terrorismo;

che i finanziamenti per la lotta alla droga vengano aumentati ma che possano essere resi disponibili ed utilizzati solo attraverso modalità trasparenti e controllate centralmente, mediante progetti nazionali fortemente controllati e verificabili dal DPA nella loro reale efficacia e nel corretto utilizzo dei fondi pubblici.
Occorre ricentralizzare molte funzioni regionali di intervento con un più forte e decisivo coordinamento nazionale in quanto ad oggi spesso hanno prodotto duplicazioni, inefficienza e frammentazione negli interventi e nelle modalità di azione sul territorio nazionale, riducendo quindi l’efficacia degli interventi stessi.

Confidiamo che questa nostra istanza raccolga la vostra attenzione e che sia, nell’attività della attuale legislatura che in quella del nuovo Governo in formazione in queste ore, si tenga conto delle nostre posizioni, derivanti dalle esperienze maturate negli ultimi trent’anni di instancabile lavoro sul campo.

Associazione Italiana per la cura delle Dipendenze Patologiche (Acudipa) Roma con le sue 15 sedi regionali, Comunità San Patrignano e le 36 Associazioni territoriali regionali, Associazione Flap-Roma, Associazione Crescere Pescara – Foggia, Comunità S. Maurizio – Borghi (FC), Associazione S. Maurizio -Borghi (FC), Comunità Agape – Piemonte, Comunità terapeutica Artlabor – Foggia, Comunità Incontro Amelia (TN) con le sue sedi italiane, Comunità In dialogo-Trivigliano (FR) con le sue sedi italiane, Comunità Martinelli – Agrate Brianza (MB), Comunità Mondo Nuovo – Civitavecchia (RO) con le sue sedi italiane, Comunità terapeutica il Delfino-Taranto, Comunità Papa Giovanni XXIII, Casa del Giovane – Pavia, Comunità terapeutica Il Risorto-Taranto, Comunità terapeutica Airone Taranto, Comunità terapeutica Pars-Corridonia (MC), Comunità terapeutica Spazioesse-Loseto (BA), Coop. Coss – Roma, Cooperativa Gruppo Valdinievole, Cooperativa Comunità Artlabor – Foggia, Coordinamento Nazionale Professionisti e Operatori dei Sert. Acudipa, Fondazione Villaggio del fanciullo – Ravenna, Comunità terapeutica Promozione Umana – S. Donato Milanese, Associazione Dianova Onlus, Movimento Moige, Associazione Age.


24 Febbraio 2014
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