Da oltre 40 anni la comunità di San Patrignano accoglie ragazzi e ragazze con problemi di dipendenza in maniera completamente gratuita e senza richiedere alcun contributo alle loro famiglie.
L’accoglienza avviene senza fare alcun tipo di discriminazione ideologica o sociale.
Dal 1978 a oggi, San Patrignano ha accolto oltre 26.000 persone, offrendo loro una casa, l’assistenza sanitaria e legale, la possibilità di studiare, di imparare un lavoro, di cambiare vita e di rientrare a pieno titolo nella società.
Attualmente gli ospiti della comunità sono circa 1.000. Fra loro anche mamme che portano avanti il percorso assieme ai loro bambini e, nelle due strutture dedicate, circa 30 minorenni con problematiche di disagio e consumo di droghe.
Alcune tra le persone accolte a San Patrignano svolgono il percorso in alternativa al carcere. Negli ultimi 25 anni, la comunità ha sostituito oltre 4.000 anni di pene detentive con programmi riabilitativi orientati al pieno recupero e reinserimento sociale e lavorativo.
Nella Comunità svolgono la loro attività 109 operatori volontari e 275 tra collaboratori e consulenti, il 40% dei quali provenienti dal percorso di recupero.
Secondo ricerche sociologiche e tossicologiche svolte dalle Università di Bologna, Urbino e Pavia su campioni di ex ospiti della comunità, la percentuale di persone totalmente recuperate dopo aver completato il percorso a San Patrignano supera il 72 per cento.
I fondi necessari al mantenimento dei ragazzi e delle strutture derivano, in parte, dalle attività e dai beni e servizi prodotti secondo il principio dell’autogestione e, per il fabbisogno restante, da donazioni e contributi di privati.
La comunità da anni si impegna anche nel campo della prevenzione delle dipendenze, attraverso iniziative sia all’interno della comunità che sull’intero territorio italiano.
San Patrignano riceve ogni anno centinaia di persone e di operatori provenienti da decine di Paesi del mondo.
La Comunità è una “Organizzazione Non Governativa” (NGO) riconosciuta ed accreditata presso le Nazioni Unite con lo status di “consulente speciale presso il Consiglio Economico e Sociale dell’Onu”.