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La legalizzazione della marijuana

La legalizzazione della marijuana ha portato a un aumento dell’uso e delle dipendenze, mentre il commercio illegale continua a svilupparsi.

Autore: Robert L. DuPont, M.D.
E’ stato il primo Direttore del NIDA (National Institute on Drug Abuse), econdo Zar antidroga alla Casa Bianca e Presidente fondatore dell’Institute for Behavior and Health, Inc.

Non è sorprendente che la percentuale dell’uso di marijuana sia aumentata in modo significativo nel corso degli ultimi dieci anni. Con la legalizzazione della marijuana a scopo ricreativo in quattro stati e nel Distretto di Colombia e ad uso medico in altri 31 stati, la percezione popolare di tale sostanza è cambiata, portando sempre più persone a supportare la legalizzazione.

Comunque sia, c’è una scarsa consapevolezza, e un’attenzione dei media pari a zero nei confronti dell’uso di marijuana in tutta la nazione, quasi raddoppiato durante lo scorso anno tra gli adulti oltre ai 18 anni, e al corrispondente aumento dei problemi correlati al suo uso. Dal momento che la percentuale di persone che diventano dipendenti da marijuana in rapporto a quanti ne fanno uso rimane stabile – con circa una persona su tre che vive un uso problematico di marijuana – essendo ora aumentato il numero complessivo di Americani che fanno uso di marijuana, è aumentato anche, proporzionalmente, il numero di coloro che hanno problemi a seguito dell’uso di tale sostanza.

E’ particolarmente sconvolgente che la popolazione non è al corrente del fatto che tra tutti gli americani con disturbi dovuti all’uso di sostanze che non siano l’alcool, circa il 60% è dipendente da marijuana. Questo significa che gli Americani sono dipendenti dalla marijuana più che da qualsiasi altra droga, inclusa l’eroina, la cocaina, le metamfetamine e l’uso non terapeutico di farmaci da prescrizione.

I negozi negli Stati di Colorado e Washington autorizzati a vendere marijuana, offrono ai consumatori prodotti innovativi con livelli di THC da record.

Nuove “allettanti” formulazioni con cui la marijuana è venduta, ad esempio sobri vaporizzatori con cui fumare l’olio di hashish, o addirittura prodotti commestibili come biscotti, caramelle o bibite gasate contenenti marijuana, attraggono consumatori di tutte le età, ma soprattutto i minorenni. I produttori di marijuana legale si stanno creativamente e avidamente dedicando a queste nuove tendenze nello sviluppo di prodotti innovativi, ognuno dei quali non solo incoraggia sempre più persone a fare uso della sostanza, ma ne incrementa anche tantissimo l’uso.

Tuttavia, nonostante l’espansione dei negozi che vendono legalmente marijuana, il commercio illegale della sostanza rimane costante,

lasciando a coloro che hanno il compito di controllare il commercio soltanto due scelte scomode: o quella di porre un divieto sui prodotti più allettanti e con più alto livello di THC che possa dunque riportare il mercato alla vendita di prodotti con livelli di THC più moderati, oppure la continua evoluzione di prodotti sempre più potenti e più interessanti può essere considerata accettabile nonostante le sue notevoli conseguenze per la salute e la sicurezza.

Se si dovesse scegliere di fare controlli più rigorosi sul commercio legale, il commercio illegale potrebbe comunque sfruttare il desiderio dei consumatori di marijuana di fare uso di prodotti più potenti e allettanti. Se invece il governo permettesse al commercio di progredire, non ci sarebbero più limiti alla potenza di prodotti legalmente accettati sempre più innovativi.

Il mercato illegale di marijuana cresce in competizione con il commercio legale in quanto offre prodotti a prezzi notevolmente più bassi; questo perché il commercio illegale non ha a che fare con le normative sulla coltivazione o sulla vendita, non paga tasse né sulle vendite né sui profitti. Non sorprende che gran parte della marijuana legale negli stati sia deviata dalla rete locale di commercio legale della sostanza. E’ anche preoccupante che in risposta al calo di richieste di marijuana messicana, i cartelli messicani stanno aumentando la produzione di eroina, una droga più redditizia.

Quando il proibizionismo sull’alcool è terminato, nel 1933, il contrabbando di alcool è gradualmente e quasi totalmente scomparso.

Quelli che supportano la legalizzazione della droga sono fiduciosi che lo stesso avverrà nel mercato delle droghe; essi sostengono che la legalizzazione delle droghe eliminerà il mercato illegale con tutte le sue caratteristiche negative, tra cui la violenza e la corruzione. L’esperienza iniziale con la legalizzazione della marijuana mostra che questo è un pensiero pericoloso e illusorio.

Perché dunque la legalizzazione della marijuana non può funzionare come quella dell’alcool di 80 anni fa?

Una ragione ovvia è che c’è poca somiglianza tra l’industria del contrabbando e della produzione di alcool che esisteva durante il proibizionismo e le organizzazioni dedite al traffico di droga contemporanee. Il sistema di produzione e distribuzione illegale di droga di oggi è profondamente radicato, altamente sofisticato e fortemente globalizzato. I trafficanti sono pieni di risorse e in grado di regolare rapidamente i cambiamenti del mercato, tra cui la competizione con le droghe legali.

La legalizzazione della marijuana o qualsiasi altra droga sta facendo un patto con il diavolo.

Infatti, tutte le droghe di abuso, legali ed illegali, tra cui la marijuana, producono un effetto così intenso sul cervello che i consumatori apprezzano talmente tanto che sarebbero disposti a pagare prezzi elevati e a subire gravi conseguenze negative al cervello pur di ottenerlo usandole. I cervelli dei consumatori di marijuana non conoscono la differenza tra droga legale e illegale, ma, come per altre droghe, il cervello preferisce quelle che hanno maggiore potenza. Perciò, i fornitori di droga, legali e illegali, sono desiderosi di offrire droghe che i consumatori preferiscono.

La sfida delle politiche sulle droghe, ai nostri giorni, è quella di trovare modi migliori per ridurre il consumo di droga, utilizzando strategie che sono convenienti e compatibili con i valori moderni. La legalizzazione non supera questo test perché incoraggia all’uso di droghe. La maggior parte dei costi del consumo di droga sono il risultato dell’uso della droga stessa e non degli sforzi per ridurre tale uso. E’ difficile immaginare che un tossicodipendente possa guarire avendo più droghe a prezzi più bassi. Il rifornimento continuo di droga fa la differenza: più rifornimento significa più consumo. E la legalizzazione aumenta la fornitura di droghe e riduce la disapprovazione sociale di tali sostanze.

La nostra nazione ( US, n.d.r) deve prepararsi alle gravi conseguenze negative sia per la salute che per la sicurezza della popolazione che l’aumento dell’uso di marijuana, alimentato sia dal mercato legale che da quello illegale, in breve tempo porterà.

Per maggiori informazioni: Clicca qui


8 Luglio 2016
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