In un auditorium gremito in ogni suo posto, Apolloni ha rotto il ghiaccio avviando la rappresentazione con un momento interattivo che ha visto coinvolti alcuni degli studenti e professori, invitati a salire sul palco tra battute, risate generali e moltissimi applausi. Il simpatico momento ha introdotto il racconto delle storie dei due ragazzi, Damiano ad Alex sono giovani molto diversi tra loro, l’uno estroverso, col talento della scrittura e della musica, quanto l’altro timido e impacciato fin da piccolo. Con i loro ricordi hanno cercato di trasmettere sensazioni che senza nessuna pretesa d’insegnamento potessero rimanere a galleggiare nella memoria del giovanissimo pubblico presente. Hanno parlato di genitori lontani, sogni accantonati, amicizie devianti, ma anche di aspettative per il futuro, desiderio di riscatto e orgoglio per ciò sono diventati grazie al percorso di crescita individuale fatta a San Patrignano.
Particolare emozione ha suscitato la canzone, in stile hip hop che Damiano ha scritto e dedicato al padre, mancato quando lui era ancora piccolo e la cui scomparsa ha coinciso con l’inizio del tunnel, per questo giovane ventiquattrenne di Ladispoli. Il testo ha concluso lo spettacolo e tutto l’auditorium si alzato in piedi tributandogli un lunghissimo applauso. “Ho sempre avuto difficoltà ad esprimere a parole quello che avevo dentro – ha voluto precisare il giovane – Per questo lo faccio attraverso la musica e non è assolutamente vero che la droga aiuta l’arte. Solo nel pieno delle proprie facoltà e della propria lucidità si può entrare completamente in contatto con ciò che si prova e trasmetterlo all’esterno”.