Dopo un periodo trascorso a Londra tornai a casa, ma la situazione era peggiorata . Mio fratello era impazzito a causa delle droghe. Era stato ricoverato all’ospedale psichiatrico. Lo andai a trovare, delirava su teorie allucinanti che riguardavano la vita, disegnava cose strane sui muri della stanza e anche su se stesso. Poco tempo dopo entro con mio fratello in un centro a Macerata ma, dopo due mesi, mio fratello molla, torna a casa e torna a fare la vita di prima. Io invece ci voglio provare, rimango e continuo. Ma poco dopo anche io comincio a non stare più tanto bene soprattutto perché nel percorso non riuscivo ad andare avanti.
Decido di andarmene, non ne potevo più di stare lì dentro. Ricomincio a drogarmi, sempre di più, più forte di prima. un giorno mi trovo in una situazione allucinante, sono in macchina in un parcheggio con mio fratello asmatico che si fumava la stagnola e subito dopo usava lo spray per l’asma e io di fianco a lui che lo guardavo mentre avevo una siringa infilata nel braccio. Lì, forse per la prima volta, mi rendo conto di chi fossi in realtà, di cosa fossi diventato: una di quelle persone che schifavo. La stessa sera, mi è scattata la scintilla.
Torno a casa dei miei, suono il campanello e quando si apre la porta la prima persona che vedo è mia madre, la guardavo come se la vedessi per la prima volta dopo anni, sembrava invecchiata di colpo, vederla così mi fece sentire disperato e con un groppo enorme in gola: “va bene, mi arrendo, portami a San Patrignano”.
A quelle parole gli occhi di mia madre si gonfiano di lacrime e scoppia in un pianto che sembrava non avere fine. Finalmente avevo trovato la forza di chiedere aiuto, avevo dato un barlume di speranza alla donna che mi aveva visto nascere, crescere, muovere i primi passi, dire le prime parole, e che a poco a poco mi aveva visto spegnermi, mi aveva visto morire dentro.
Così sono entrato a Sanpa, dove ho imparato a vivere di nuovo.
(Davide)