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L’importanza della formazione per i giovani

«Siamo il fanalino di coda della comunità europea, per ciò che riguarda la creazione soft skills». Claudio Corbino, presidente e fondatore dell’Associazione Diplomatici, intervenuto al WeFree Days 2015 all’interno del forum “Il futuro dei giovani: proposte per guardare avanti», denuncia la mancanza di investimenti ed innovazione nella formazione delle nuove competenze, ritenute necessarie per inserirsi produttivamente nel mondo del lavoro. Corbino ha puntato il dito sull’assenza di strutture adeguate e serie figure che possano guidare i giovani nel percorso di formazione professionale.

Ha ribadito la necessità di creare strumenti che suppliscano a queste mancanze del sistema formativo italiano: «L’esperienza della nostra associazione ci ha insegnato molto. Siamo consapevoli che la nostra società stia attraversando un periodo di crisi, ma la risposta delle istituzioni, non è adeguata. Noi abbiamo creato, in collaborazione con l’Onu, un progetto internazionale, il laboratorio delle Nazioni Unite, che ha invitato oltre 2000 giovani, provenienti da 110 paesi del mondo a calarsi nel ruolo di ambasciatore.

I ragazzi si sono dovuti confrontare sui temi classici di tale attività: immigrazione, risorse sostenibili, conservazione dell’ambiente. L’esperimento ha messo in risalto affinità e differenze tra soggetti di paesi diversi culturalmente tra loro.
Ad esempio ad accomunare tutti questi giovani è il desiderio di cambiamento, ma è altrettanto evidente che noi italiani siamo molto indietro nella formazione di competenze quali la capacità di comunicazione, di analisi, di conoscenza di diverse lingue, di capacità di leadership e soprattutto di competenze informatiche. Pensate che entro il 2020 saranno più di 16 milioni i nuovi posti di lavoro basati sul funzionamento di abilità linguistiche ed informatiche e il 90% richiederà almeno competenze di base».

Proposte per le istituzioni

Il trentottenne catanese ha proseguito l’intervento con delle proposte alle istituzioni: «Visto che continuiamo a sperperare centinaia di milioni di euro in corsi di formazione inutili, bisogna creare un agenzia di reating, guidata da figure dal valore morale e professionale riconosciuto, possibilmente anche all’estero, per controllare se tali corsi siano realmente adeguati alle richieste del mondo del lavoro.
Inoltre crediamo che la competenza che riguarda il problema immigrazione debba passare al ministero del lavoro.
Sono molte le figure di altissimo profilo professionale che fuggono da conflitti e povertà. Bisogna realizzare progetti specifici di formazione e integrazione. Come fanno in Germania».

Al termine del suo intervento Claudio Corbino ha personalmente consegnato ad 11 ragazzi, figli di responsabili della comunità di San Patrignano, un attestato di partecipazione al progetto ‘Change the World Model United Nations’. Questi i nomi dei giovani che hanno partecipato al corso, svolto a New York, al palazzo di vetro dell’O.N.U.: Giovanni Boschini, Diego Chianese, Lucrezia Cozzini, Mattia Fornari, Ingrid Isidoro, Isabella Lotti, Lorenzo Mazzulla, Letizia Petris, Millie Poli Fardella, Eva Russi Di Marco.


9 Ottobre 2015
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