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A the Clink Restaurant, un’opportunità di reinserimento per i detenuti

A realizzare l’impegnativo progetto 28 detenuti, molti dei quali ex tossicodipendenti e alcolisti che, attraverso la formazione professionale, si preparano a una vita migliore una volta usciti dal carcere. Obiettivo della Charity The Clink è cambiare la percezione dell’opinione pubblica e offrire una seconda chance a chi ha sbagliato e vuole reinserirsi nella società.

«L’unica cosa che conoscono è il carcere. Per questo li aiutiamo». Alberto Crisci ha 51 anni, si esprime con un accento meridionale che ha imparato dai genitori, nati a Caserta ed emigrati in Gran Bretagna. Sua l’idea di creare un ristorante di alto livello all’interno del carcere di High Down Lane a Sutton, paesino nei dintorni di Londra. «Facevo il manager in un ristorante e il mio sogno era insegnare a cucinare».

All’inizio Alberto ha iniziato da solo con due detenuti ma, nel giro di qualche tempo, grazie alla sua testardaggine, a contributi privati e al sostegno del direttore del carcere, è riuscito a costruire un vero e proprio ristorante. «Oggi in sala abbiamo 12 ragazzi e 14 si alternano nelle cucine. La “Clink Charity”, i cui rappresentanti hanno visitato il mese scorso San Patrignano, ha come missione “cambiare la percezione dell’opinione pubblica sui detenuti. «Attraverso il lavoro e la formazione possiamo aprire la strada a un futuro migliore per chi aspira a una seconda chance nella vita». Nelle prigioni di Sua Maesta, spiega Alberto, il 60 per cento dei detenuti ha problemi di droga e di alcol, vero dramma endemico in Gran Bretagna. «Riusciamo a stabilire da subito un rapporto di fiducia con loro e molti si ricordano di noi e ci vengono a trovare quando escono».


1 Luglio 2013
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