Tutto aveva perso di senso; erano le sei del mattino e come ogni notte avevo fatto quello che dovevo. Stavo nel letto e cercavo di addormentarmi, ma sentivo il cuore pulsare nella testa. Mi rigiravo in quel letto che sembrava sempre più duro, sempre più scomodo, sempre più stretto.
E quella luce, quella luce che filtrava dalle persiane di legno un po’ rotte. Mi innervosiva. Cercavo il silenzio in tutto quel casino che il mio battito riusciva a creare. Cercavo di concentrarmi, ma eccolo quel continuo cinguettio, assordante, intollerante, martellante. Era fastidioso. Un nuovo giorno. E io in quel letto. Comincio a piangere. Perché lo hai fatto? Di nuovo? Perché? Flash continui. Musica assordante. Io che cerco di farmi spazio tra la gente che sembra non vederti.
Ti incontri, ti scontri. Corri. Il bicchiere in mano. Vai in bagno. Frughi nella borsa. Dov’è? Schede, schedine, soldi, fazzoletti. Sai che se lo fai, poi è un casino. Sai già come finirai. Come ogni giorno. Ma non ce la fai. Basta, non ci pensi più. Facile. Arrotoli 5 euro e tutto passa. E poi? Eccoti in quel materasso. Mi risucchia. Non ce la farò mai, sarà così per sempre. Dove sono finita. Dormi, ti prego dormi, mi dico. Quel pianto eterno finalmente finisce in un sonno profondo.
(Nancy)