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Implementare la prevenzione e l’uso di pene alternative al carcere

Statistiche da capogiro

Ferri ha aperto il dibattito parlando di costi, riportando cifre da capogiro: «Nel 2015 i detenuti per sostanze stupefacenti erano 26.000. Nel corso degli ultimi anni la situazione sembrava essere migliorata, tant’è che l’anno scorso questi erano 13.000. Quest’anno però, su 50.000 detenuti 18.000 sono in carcere per reati legati alle sostanze stupefacenti, senza tener conto dei reati collegati alla tossicodipendenza. Per mantenere un detenuto in carcere – continua Ferri – servono in media 150 € al giorno, non tenendo poi conto delle spese che indirettamente provoca o ha provocato, come i costi sostenuti per svolgere le indagini e gli oneri che comportano tutti i processi giudiziari da sbrigare quando viene arrestato. Attualmente la spesa sociale per il problema droga ammonta a 31,2 miliardi di euro l’anno, anche se è un dato poco reale. Questo perché ci sono costi economici e costi sociali, che sono difficilmente stimabili».

Il Sottosegretario alla Giustizia ha evidenziato i problemi causati dall’uso di sostanze. «Un tossicodipendente crea delle spese, mentre porta profitto allo Stato se sta bene e lavora. Oltretutto bisognerebbe tener conto di tutti i danni che provoca un simile disagio nella società e nella famiglia, perché comunque sono problemi che vanno risolti e che comportano degli oneri non indifferenti».

Prevenzione e uso di Pene Alternative

Diverse le iniziative proposte da Ferri, anche sull’esempio di San Patrignano e WeFree. «Il 68% di chi termina in carcere una condanna legata alle sostanze stupefacenti è recidivo; invece fra i detenuti che intraprendono delle pene alternative, soltanto il 15% ricommette un crimine. È importante mantenere le pene – continua Ferri – che tra l’altro sono molto severe, arrivando a superare quelle di tentato omicidio. Credo però che dovremmo implementare l’utilizzo delle pene alternative, riabilitative, e puntare molto di più sulla prevenzione.

Dobbiamo ringraziare San Patrignano per il lavoro svolto, che ha creato una rete che informa i giovani in tutta Italia e gli riporta esperienze dei ragazzi, vicende vere nelle quali possono ritrovarsi. D’altra parte noi, lo Stato e i cittadini, dobbiamo impegnarci ad accogliere questi ragazzi, dargli una possibilità, perché rappresentano un incentivo per il nostro Paese e un reale risparmio economico. La matematica non si commenta».


10 Ottobre 2015
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