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A lezione da Garr Reynolds: la comunicazione è un’arte

“Nella società odierna, questo lo sappiamo, non è possibile prescindere dalla cura della propria immagine e di come presentarla al pubblico. Siamo in tempi di social network e ognuno di noi ha un profilo personale, che non è più solo privato. Questo ci obbliga a curare il modo con il quale decidiamo di farci conoscere. Vale per ogni tipo di relazione, anche e soprattutto professionale. Pensate ad un curriculum vitae o ad un colloquio di lavoro”. Sono parole di Garr Reynolds, famoso esperto e consulente mondiale in comunicazione, considerato uno dei 100 personaggi più influenti della rete. Insieme a Roberto Lalli delle Malebranche, scrittore e anch’esso esperto nel ramo della comunicazione, Garr Reynolds era a San Patrignano sabato scorso, per una lezione sull’arte della presentazione. Sul palco dell’auditorium di San Patrignano i due amici e colleghi si sono passati la palla in un simpatico quanto stimolante duetto italoamericano che ha catturato l’attenzione del pubblico.

Garr Reynolds, coadiuvato dalla bravissima traduttrice Carlotta Guglielmino, ha spiegato i principi che vanno seguiti per rendere efficace la presentazione della propria storia. L’autore del best seller mondiale ‘Presentazione Zen’ ha messo in relazione la comunicazione verbale e scritta con i principi dell’arte Zen, che considera l’emblema della semplicità, creando un sistema di presentazione, tramite slide, molto chiaro ed efficace. Con esso ha riscosso successo in tutto il mondo e il saggio che ha regalato alla comunità San Patrignano e ai suoi 1300 ragazzi ne è stato un esempio.

Lo stesso Reynolds ha elencato gli 11 punti fondamentali che rendono una storia meritevole di essere ascoltata: “In primo luogo spegni il computer, perché le tue idee migliori nascono quando ti trovi solo con te stesso, cercando nel profondo di te stesso. Secondo: il pubblico va al primo posto. Pensa al tuo pubblico e mettilo al centro, cercando una storia che lo possa interessare. Terzo: dai alla tua storia una struttura solida, ovvero che non possa essere messa in discussione al primo dubbio. Quarto: è tuo compito coinvolgere emotivamente il pubblico. La tua storia può essere simile a quella di chi ti ascolta perciò fallo sentire partecipe. Quinto: scegli un tema che sia il più chiaro possibile, perciò dal tuo racconto rimuovi tutto ciò che non è necessario. Sesto: attrai il pubblico subito, ad esempio con una frase o un’introduzione ad effetto. Settimo: mostra un conflitto. Il personaggio che lotta per superare un ostacolo, che vuole raggiungere una meta tramite un percorso pieno d’insidie affeziona la platea. Ottavo: la migliore storia propone un cambiamento, perché la vita stessa, se non è statica, è cambiamento. Nono: fai o fai vedere qualcosa di sorprendente. Decimo: regala delle emozioni. Un grande esempio è stato il docente e naturalista canadese Jhon Gathright, che ha dimostrato come gli alberi siano di aiuto in alcune forme di handicap. Ha ottenuto un enorme riconoscimento per le sue ricerche grazie a foto, immagini e slide di una bambina cerebrolesa che sollevata su un albero e tenuta a contatto con esso ha sorriso per la prima volta in vita sua. Infine: sii autentico e non temere di palesare la tua vulnerabilità, perché la gente è più coinvolta dai fallimenti che dai successi”.

La dimostrazione è terminata fra gli applausi del pubblico di SanPa e Raynolds ha salutato così i ragazzi della comunità: “Ricordatevi che ognuno di voi ha una storia bellissima e il mondo sta solo aspettando di poterla conoscere”.


27 Ottobre 2015
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