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Nota di San Patrignano sull’introduzione alla Relazione al Parlamento 2012 del Ministro Andrea Riccardi

Abbiamo letto con attenzione la Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze 2012 e ne apprezziamo la consistenza scientifica che ha raggiunto diventando ormai uno strumento indispensabile per meglio interpretare il fenomeno e coadiuvare gli attori, pubblici e privati, nella predisposizione di servizi e risposte sempre più adeguate ai mutamenti in corso.
In attesa di poter meglio esaminare i contenuti ci teniamo ad esprimere alcune considerazioni sul documento di sintesi e introduzione del ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi.Condividiamo la preoccupazione espressa dal Ministro circa l’incapacità del sistema dei servizi di intervenire precocemente e di non riuscire ad invertire la tendenza dell’arrivo sempre più tardivo dei tossicodipendenti alle strutture socio-sanitarie diminuendo così le possibilità di un positivo esito terapeutico. Condividiamo analogamente la preoccupazione circa la tendenza, ormai pluriennale, di non sottoporre gli utenti in trattamento nei SERT ai test per le patologie infettive da HIV ed epatiti.
Abbiamo apprezzato anche la consapevolezza del Ministro sulle “difficoltà economiche in cui si trovano, in modo non omogeneo su tutto il territorio nazionale, le strutture pubbliche e del privato sociale” ed a riprova di ciò nella stessa relazione viene evidenziata la chiusura di 26 strutture socio-riabilitative private. Proprio per questo per noi è strettamente necessario che venga rilanciato e sostenuto un percorso di collaborazione pubblico-privato nel rispetto delle differenti esperienze e nella reale applicazione del concetto di pari dignità.

Siamo inoltre perfettamente d’accordo con il Ministro nel momento in cui parla di “un bassissimo utilizzo della possibilità prevista dalla legge, di affidamento in prova dei detenuti tossicodipendenti al servizio sociale, per proseguire o intraprendere un’attività terapeutica”. Ricordiamo analogamente al Ministro la necessità di ripristinare anche le procedure di invio in comunità di ragazzi agli arresti domiciliari, diventato più difficile da quando c’è stato il passaggio di competenze dal Ministero di Grazia e Giustizia – Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria alle Asl, con queste ultime che lamentano di non avere il budget per inviare ragazzi in comunità in misura cautelare. E così i tossicodipendenti si vedono costretti a permanere nelle carceri italiane, senza alcuna possibilità di recupero.

Ciò che invece San Patrignano non può condividere è la visione possibilista del Ministro verso una riapertura del dibattito sulla legalizzazione delle droghe leggere verso la quale si dichiara impossibilitato solo da un limite temporale. I danni provocati dalla cannabis sono stati ormai dimostrati da numerose ricerche, alcune delle quali citate addirittura nelle pagine successive della relazione al parlamento introdotta dallo stesso Ministro.

Occorre piuttosto, a nostro giudizio, abbandonare ogni tentazione di tornare agli sterili e pericolosi dibattiti sulla legalizzazione per concentrarci sui temi più fruttuosi della prevenzione, della precocità dell’intervento finalizzata alla riduzione della cronicizzazione e della facilitazione dell’accesso alle misure alternative al carcere per i detenuti tossicodipendenti.


7 Agosto 2012
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