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A passi di hip hop

“I miei genitori sono morti per Aids quando aveva sette anni e io durante la mia giovinezza non sono mai riuscito a inserirmi nell’ambiente scolastico o in un nuovo nucleo familiare”, dice Abramz. “Nelle strade di Kampala (capitale dell’Uganda, ndr) dove vivevo, ho però scoperto l’hip hop, ballo in cui mi distinguevo. Finalmente una mia chiave di espressione che mi dava l’opportunità di fare amicizia con i miei coetanei”. L’Uganda non è il miglior paese in cui un bambino possa crescere: povertà e malattie nel sud del Paese, e nel nord anche una brutale guerra tra etnie, con milioni di persone sfollate dalle proprie case. Nel febbraio 2006 Abramz ha dato così vita al “Breakdance Project Uganda”, un’organizzazione non profit di volontariato che usa sia la breakdance che gli altri elementi senza alcun punto di riferimento. “Uso l’hip hop per mettere in relazione persone che hanno differenti background sociali, economici, tribali e religiosi. Nel mio centro si balla insieme, si ride insieme, insieme si battono le mani e si tiene il tempo in uno spazio al di fuori delle tensioni e dei conflitti: qui si può stare insieme serenamente”.Oggi il progetto BPU, partito da Kampala, è stato esteso a tutta la nazione. Il sogno di Abramz “è mettere in piedi un laboratorio stabile, aperto a tutti gratuitamente per ridare orgoglio e dignità alla gente più povera e disperata del mio Paese”. La BPU tiene lezioni regolari nelle carceri minorili, come in istituti scolastici e orfanotrofi non solo per insegnare a ballare la breakdance o l’hip hop, ma anche per offrire una educazione strutturata, attraverso una serie di attività professionali cui emanciparsi. Corsi di arte e musica, di fotografia, di informatica e sport, si affiancano all’attività di consulenza psicologica e di formazione della personalità.
“Tutte iniziative”, ricorda Abramz, “basate sul volontariato e sull’autofinanziamento che ci permette di sostenere le rette scolastiche per i membri più svantaggiati”.

Innovativo è anche il progetto di Tuy Sobil, KK. “Sono nato in Cambogia in un campo profughi nel 1977. La mia famiglia scappò dai campi di concentramento dei Khmer Rossi e, una volta arrivati negli Usa, andammo a vivere in una zona malfamata di Long Beach in California dove le gang la facevano da padrone”. KK già all’età di otto anni diventò uno dei migliori breaker della zona, vincendo tutte le sfide nel quartiere con il suo popolarissimo gruppo chiamato “Tiny Toones”. Da adolescente però “ho seguito compagnie sbagliate e il mio gruppo finì coinvolto in attività illegali, droga e guerre tra gang”. Dopo diversi anni di prigioni americane nel 2004 KK fu estradato in Cambogia dove non aveva mai veramente vissuto e nella prigione di Phnom Penh incominciò la sua riabilitazione. “Lì, durante la mia detenzione, incominciai a studiare e impegnarmi come assistente sociale seguendo numerosi corsi e workshop sulla prevenzione dell’Hiv, counseling sulle dipendenze ed educazione tra pari contro il bullismo”.

Uscito di prigione la sua fama e l’abilità di breaker gli permisero di attirare tanti giovanissimi e KK decise di trasformare la propria casa in un centro giovanile, con la breakdance a fare da traino principale. “Mi sono reso conto di come a questi adolescenti mancasse un modello positivo cui far riferimento e non volevo che ripetessero i miei stessi sbagli”. KK dedica tutto il suo tempo libero e tutto il suo stipendio a questa attività e la sua storia personale gli conferisce un carisma unico che attrae migliaia di ragazzi problematici. “Nel 2007 ho incontrato un’organizzazione non governativa internazionale, la Bridges Across Borders – Southeast Asia, che ha deciso di sponsorizzare il mio progetto e quindi dall’anno successivo ho incominciato il mio impegno a tempo pieno”. La Tiny Toones ha ora sostenitori in tutto il mondo, è guidata da un consiglio direttivo internazionale e segue circa 3000 ragazzi l’anno nel suo centro a Phnom Penh, dove imparano la lingua e la letteratura inglese e cambogiana, oltre a seguire programmi di prevenzione dalle droghe e dall’Hiv, e naturalmente composizione e musica hip hop e danza breakdance. “Tiny Toones vuole mettere a disposizione di giovani a rischio un ambiente sano e positivo, al fine di canalizzare la loro energia e creatività, dandogli quella autostima necessaria per conseguire una vita migliore e realizzare i loro sogni”.


7 Dicembre 2010
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