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Politiche antidroga

Meno tossicodipendenti con l’eroina di Stato, titolano i quotidiani. Peccato che non sia vero. Ecco perché…

La distribuzione di eroina ai tossicodipendenti farebbe diminuire dell’’80 per cento il numero dei nuovi consumatori di questa droga letale. E’ la conclusione cui giunge uno studio pubblicato e recensito nei giorni scorsi dall’autorevole rivista scientifica The Lancet. Gli autori, il sociologo Carlos Nordt e lo psichiatra Rudolf Stholer, entrambi ricercatori nella Clinica psichiatrica di Zurigo, si sono basati sui ‘percorsi’ di 7.000 persone che hanno partecipato a programmi sostitutivi con metadone ed altre droghe. Secondo i dati riportati, il numero dei ‘neoconsumatori’ di eroina nel Cantone svizzero tedesco è andato via via diminuendo, fino a raggiungere le 150 unità (2002) contro le circa 850 del 1990. Ciò sarebbe dovuto, precisa il giornale, alla politica ‘liberale’ elvetica che, con la medicalizzazione della tossicodipendenza e la diffusione della ‘droga di Stato’, le avrebbe tolto quell’aurea di ‘fascino’ che l’eroina riscuoteva fra i giovani. Eccezionale. Peccato, lo ammettono gli stessi ricercatori, che i programmi con metadone ed eroina non riescano ad aiutare i tossicodipendenti a smettere. “Il problema”, spiega The Lancet, “non sono i nuovi consumatori, ma quelli di lunga data”, cui sono rivolte le politiche di “riduzione del danno”. E allora: fermo restando che nessuno, nemmeno la Bibbia degli scienziati, può dimostrare che la riduzione dei consumatori ‘classici’ di eroina è frutto delle ‘stanze del buco’ e non di un trend generale (peraltro presente in tutta Europa), è possibile definire ‘terapeutica’ una pratica che non guarisce? O, per caso, si tratta di una cura palliativa? E se sì, a chi giova: ai tossicodipendenti o a chi non li vuole tra i piedi? La risposta è evidente.

Recupero inesistente
La politica della Svizzera in materia di distribuzione ‘controllata’ di eroina, in vigore dagli anni ‘90, è contestata a livello internazionale ed è costantemente criticata dall’Onu.

La legge elvetica sugli stupefacenti si basa su quattro pilastri: la prevenzione, la terapia, la riduzione dei rischi e la repressione.

In otto città svizzere vi sono dei locali speciali in cui i tossicodipendenti si possono iniettare la droga sotto controllo medico. Berna è stata la prima città ad aprirne uno, nel 1986.

L’hanno seguita Zurigo, Basilea, Bienne, Olten, Sciaffusa e Soletta. Nella Svizzera francese, dopo Ginevra, anche Losanna si sta preparando ad aprire un locale simile.

L’idea di questi centri è di ridurre le infezioni di AIDS o di affezioni epatiche e offrire ai tossicomani un quadro medico e sociale, sempre con lo scopo ultimo di indirizzarli all’astinenza.

Fatti & cifre

In Svizzera, il 3,8% degli uomini e il 2,7% delle donne tra i 15 e 24 anni hanno provato l’eroina o la cocaina (inchiesta del 2002).
Circa 60 mila persone consumano eroina o cocaina.
I costi sociali del consumo di droghe illegali sono stimati a 4,1 miliardi di franchi l’anno (26 milioni 300 mila euro).
Secondo i dati Onu, nel 2005 è in aumento il consumo di cannabis, anfetamine e cocaina.


23 Giugno 2006
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