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Svolte di coraggio

Svolte l’incontro WeFree Days

«Ho guardato negli occhi mia madre e ho capito che l’estremismo religioso non avrebbe risolto i miei problemi». Parole di Youssef Bartho Assidiq, oggi protagonista all’incontro con gli studenti intitolato “ Svolte ” all’interno dei WeFree days, giornate dedicate alla prevenzione.

Con lui sul palco, moderati da Davide Scalenghe, Daniela Lombardi. Daniela e Youssef sono due persone diverse tra loro e lontane per cultura e convinzioni, che hanno parlato di come hanno cambiato il corso della loro vita, soprattutto grazie all’aiuto della famiglia.

Il rapporto con la madre è stato determinante per il giovane Youssef, norvegese di seconda generazione e convertito all’Islam, che stava per lasciarsi convincere, dopo un periodo di grande travaglio interiore, a commettere un attentato.

Daniela invece, un passato da assuntrice di sostanze stupefacenti ha raccontato la sua storia di disagio e di quando è entrata in comunità grazie all’esempio del fratello maggiore, anch’esso con problemi di droga.

Ho deciso di fermarmi fondando Just Unity – Youssef Bartho

Il primo a parlare è stato Youssef Bartho, oggi fondatore di JastUnity, associazione che cerca di avvicinare giovani musulmani potenzialmente a rischio di essere risucchiati dagli ambienti più estremisti:

«Dopo la conversione all’Islam mi sono sentito solo e abbandonato da società e famiglia ed è stato facile lasciarmi trasportare dalla rabbia. Ho conosciuto persone dell’ambiente musulmano più radicale e ho quasi partecipato ad un attentato.

Solo grazie a mia madre e al suo amore senza giudizio ho capito che quello non era l’Islam che conoscevo e ho deciso di fermarmi. Anzi, di combattere ogni forma di estremismo religioso, fondando Just Unity.

Adesso frequento le moschee, cercando di riconoscere nelle persone quello sguardo sperduto e senza speranza che io stesso ho avuto in quei giorni drammatici. Solo negli ultimi mesi sono riuscito a convincere più di 30 ragazzi a non partire per combattere in Siria».

Riscoprire la gioia di vivere – Daniela Lombardi

Daniela ha 21 anni e da circa tre è in percorso a San Patrignano. La sua storia parla di una gioventù passata ad accontentare la madre che la sognava ballerina. Diete, rinunce, amicizie negate e anni in collegio hanno sviluppato un forte desiderio di ribellione, che crescendo l’ha avvicinata alle sostanze stupefacenti. Parallelamente anche per il fratello il dramma della tossicodipendenza.

«Grazie all’istituto di estetica che frequentavo alle superiori ho conosciuto la realtà di San Patrignano, che mi ha colpito profondamente.- ha raccontato la 21enne marchigiana- Tutti quei sorrisi, le storie dei ragazzi, la serenità che mi veniva trasmessa. Venivo qua e stavo bene. Invece di pensare a me, però, ho convinto mio fratello ad entrare in comunità, mentre io proseguivo egoisticamente nel mio percorso di distruzione.

Un giorno, poi, mi è arrivata una lettera di Eddy, che mi spiegava quello che faceva a SanPa e quanto stesse bene. Quella lettera mi è tornata in mente un giorno che mi trovavo col mio ragazzo in cerca di droga. Ho capito che non era quella la vita che volevo per me e ho trovato la forza di contattare l’associazione ed entrare in comunità. Oggi che ho riscoperto la gioia di vivere e la voglia di sorridere, ho anche conosciuto una grande passione: il teatro. Si! Sono felice».


9 Ottobre 2015
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