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Un dialogo continuo

“Cerchiamo di creare una collaborazione vera e propria con i ragazzi”, racconta la professoressa Nunzia Marino. “Li coinvolgiamo in tutte le varie attività di prevenzione, ma stiamo attenti anche alle loro proposte, come per esempio quella di visitare San Patrignano, ritenuta da loro stessi “un grande strumento educativo”.La conversazione continua: si parla soprattutto della difficoltà degli insegnanti ad appassionare i ragazzi allo studio, alla scuola, intesa soprattutto come un luogo di aggregazione e di crescita personale, una ‘palestra di vita’.
“Mi sforzo di essere costantemente nella contemporaneità”, dice il professor Nicola Barnabà, “di non sovrappormi e di non creare mai barriere”. “Il nostro impegno è cercare di capire come poter arginare un problema spesso sconosciuto per ovvie differenze generazionali ma anche per scarsa conoscenza delle cosiddette nuove droghe”, continua il prof. “Ci rendiamo sempre più conto di quanto le sostanze siano cambiate nel corso degli anni e di come noi per primi abbiamo bisogno di conoscere il problema prima di poter provare a risolverlo”.

“Uno degli strumenti più importanti è proprio il dialogo con gli studenti, la collaborazione che nasce creando un rapporto d’amicizia che va ben oltre il binomio insegnante alunno”, riprende la professoressa Marino, “ma che si basa su uno scambio reciproco di idee e conoscenze”.
Proprio per questo, gli insegnanti e l’Istituto hanno ideato un progetto a cui partecipano attivamente anche gli studenti che prende il nome di ‘Progetto educazione alla salute’, tra le cui attività c’è ‘Liberi di scegliere’, che si occupa di tre problematiche fondamentali: violenza, droga ed alcool.

Per quanto riguarda il problema droga i ragazzi sono assistiti da un team di medici, psicologi ed insegnanti con i quali parlano durante le assemblee di istituto. Un impegno significativo della scuola quindi che, nella figura degli insegnanti, cerca di essere un punto di riferimento per i ragazzi e di instaurare un confronto continuo con le famiglie. “Non tutti i genitori però sono disposti al dialogo”, ci dice una professoressa. “Capita che si preoccupino più del profitto scolastico dei propri figli che dei loro disagi, spesso ignorando o sottovalutando situazioni che potrebbero sfociare in comportamenti a rischio”.


30 Ottobre 2010
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